La Calabria figura tra le prime regioni in Italia per abbandono scolastico. In tutto il Paese però si registrano miglioramenti rispetto agli anni passati. In particolare, negli ultimi 20-30 la lotta alla dispersione scolastica ha avuto i suoi risultati: basti pensare che nel 1992 era il 37,5 per cento, per attestarsi al 12,7 per cento nel 2021, come risulta dall'ultima rilevazione Eurostat.

Nonostante ciò, i livelli di dispersione scolastica rimangono ancora troppo alti e il traguardo posto dal Pnrr per il 2026 è la riduzione al 10,2 per cento, fermo restando l'obiettivo di riduzione della dispersione al 9 per cento al 2030, nell'ambito della costruzione dello Spazio Europeo dell'istruzione.

In Italia disparità fra Nord e Sud

Nel 2021 l'Italia aveva un tasso di abbandono precoce dell'istruzione e della formazione al 12,7 per cento, migliore solo di quello della Spagna (13,3) e della Romania (15,3) tra i paesi dell'Ue, mentre 16 Stati membri hanno già raggiunto l'obiettivo di scendere sotto la soglia del 9 per cento, in largo anticipo rispetto al 2030.

Analizzando i dati italiani si nota una forte disparità tra regioni e uno svantaggio molto accentuato e intollerabile nel Meridione. In Sicilia l'abbandono scolastico si attesta al 21,1 per cento, in Puglia al 17,6 per cento, in Campania al 16,4 per cento e in Calabria al 14 cento. I numeri li ha forniti il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara nel corso di una audizione su una indagine conoscitiva sull'abbandono scolastico in commissione Istruzione e Cultura in Senato.

Fragile negli apprendimenti 1 giovane su 

La lettura congiunta dei dati sulla dispersione scolastica classicamente intesa (12,7%) e su quella implicita (9,5%) mostra che, a livello nazionale, la popolazione studentesca che si trova in condizione di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20 per cento, un giovane su 5. Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara durante l'audizione in corso in commissione Cultura in Senato. «L'obiettivo che impone il Pnrr è ridurre la percentuale di 2,5 punti, evitando quindi che nei prossimi anni circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma», ha aggiunto il ministro.