Un martire della mafia. Anche Catanzaro ha una strada intitolata al beato Pino Puglisi. Il sacerdote, brutalmente assassinato da Cosa Nostra a Palermo il 15 settembre 1993, è stato ricordato questa mattina al campus universitario Salvatore Venuta nel corso della breve, ma commuovente cerimonia che ha anticipato la scopertura della targa dedicata al parroco del quartiere Brancaccio. L’intitolazione della via che dall’Ateneo conduce alla superstrada è stata promossa dall’arcivescovo Vincenzo Bertolone e subito supportata, prima che la pratica venisse approvata dalla commissione toponomastica, dal sindaco Sergio Abramo e dall’assessore ai servizi demografici Alessandra Lobello. Bertolone, Abramo e Lobello hanno presieduto la cerimonia alla presenza del rettore della Magna Graecia, Giovambattista De Sarro, dell’assessore alla pubblica istruzione Concetta Carrozza, degli alunni delle classi II A e II B dell’istituto comprensivo Pascoli-Aldisio.

Il messaggio antimafia

«Dedicare una strada, attraversata ogni giorno da migliaia di giovani, a una figura come don Pino Puglisi, è un modo per rendere ancora più  tangibile l’opera esemplare di un martire della mafia» ha affermato il sindaco Abramo che ha ricordato come in città «il Comune abbia già intitolato al beato siciliano, poco più di due anni fa, la palestra della scuola Aldisio». Il sindaco ha sottolineato «l’impegno dell’arcivescovo Bertolone, che ringrazio di cuore, in un’azione di promozione di un messaggio antimafia che deve essere riproposto, con forza, da parte di tutte le istituzioni. Padre Puglisi aveva capito che bisognava strappare i giovani all’influenza e alle tentazioni delle mafie per colpire al cuore la criminalità organizzata e ridurne la pervasività: la sua opera è stata stroncata in modo feroce, ma le sue idee sono ancora vive».

Pino Puglisi, un modello da seguire

Postulatore della causa di beatificazione del parroco palermitano, mons. Bertolone ha a sua volta ringraziato l’amministrazione comunale. «Pino Puglisi è stato un parroco magnifico - ha detto l’arcivescovo -, una “via”, un modello e un esempio. Mi auguro che i tanti ragazzi che quotidianamente attraversano questa strada seguano l’esempio di Puglisi, la sua “via”, quella che lui stesso indicava ai ragazzi del suo quartiere. Puglisi ha insegnato le virtù umane e le virtù cristiane, ne ha indicato la direzione, si è adoperato perché a Brancaccio ci fosse una scuola, e non ha mai voluto abbandonare la sua parrocchia nemmeno dopo le minacce subite. Non ha mai abbandonato il suo gregge. Il Beato Puglisi può darci un’infinità di insegnamenti». Per l’assessore Lobello «l’intitolazione di questa strada, che è un’importante e trafficata arteria in uscita dall’università, assume un significato fondamentale per i valori incarnati dal beato Pino Puglisi. Un sacerdote martire della mafia che deve essere ricordato dai giovani e dai meno giovani e che rappresenta ancora oggi, 25 anni dopo il suo omicidio, un esempio vivo e vitale di cosa significhi combattere per difendere la legalità».