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«Questo signor Matacena io non me lo ricordo. Sarà stato deputato di Forza Italia vent’anni fa per un breve periodo». Era il maggio di quattro anni fa, quando Silvio Berlusconi parlava di Amedeo Matacena, dicendo di non ricordare nulla di lui. Oggi, l’ex premier sarà in aula a Reggio Calabria, quale teste della difesa nel processo “Breakfast”, che vede imputato l’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola, con l’accusa di aver favorito proprio la latitanza di quel Matacena che Berlusconi fatica a ricordare. Ma che l’armatore reggino, invece, continua a sostenere con forza, facendo intendere di aver avuto con lui anche un rapporto personale diretto, proprio sul finire della seconda legislatura che lo vide in Parlamento, nei ranghi di Forza Italia.
Il corno “anti iettatura”
È il profilo facebook di Matacena a raccontare molto della vita dell’ex parlamentare reggino, condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Matacena, da Dubai, dove sta trascorrendo una latitanza dorata, dedica un pensiero “a Silvio”, dandogli del “tu” solo poche settimane addietro. «Speriamo che tu riesca davvero a vincere con tutto il centro destra e che faccia le riforme necessarie a ricostruire e salvare l’Italia. Quelle riforme finora promesse, sbandierate come vessillo di battaglia, ma finora mai fatte. Presidente se il centro destra vince falle tutte mettendo la fiducia sia alla Camera che al Senato! Promettilo a tutti gli italiani. Per migliorarle se necessario ci sarà tempo con leggi ad hoc, ma è meglio che la storia parli di come tu, condottiero del centrodestra, abbia fatto le riforme, magari criticandole, anziché apostrofarti per aver fallito la quarta volta nel farle!». E poi ecco il riferimento diretto: «In bocca al lupo e spero che il corno d’oro anti iettatura che ti regalai nel 2000 continua a portarti fortuna, nella speranza che tu la trasformi nella fortuna di tutti gli italiani ad avere un grande Paese e non l’attuale pagliaccio di esso che oggi purtroppo è!». Al di là degli aspetti di sintassi, tipici di un post su facebook, dunque, il senso è chiarissimo: Matacena regalò un portafortuna d’oro a Berlusconi nel 2000. Chissà se l’ex premier, almeno questo episodio, lo ricorderà. Sta di fatto che Matacena continua ad essere un sostenitore accanito di Berlusconi, tanto da condividere spesso articoli riguardanti il centrodestra. Perché, dalla sua postazione di Dubai, Matacena è libero di fare ciò che vuole, sebbene sia latitante per la giustizia italiana.
La latitanza dorata
Il suo profilo social, su cui interagisce anche con noti professionisti reggini, è un pullulare di foto che lo ritraggono come invitato ad eventi mondani di rilevante spessore, nel corso dei quali Matacena si accredita come politico italiano. I personaggi con cui si accompagna – come raccontano fonti aperte che abbiamo consultato – sono piuttosto importanti nel panorama emiratino. Con buona pace di quell’immagine di cameriere che si è voluto cucire addosso nelle diverse interviste rilasciate alle emittenti italiane, Amedeo Matacena ha trovato una sua dimensione a Dubai, tanto da partecipare anche a numerose serate a bordo di yacht di lusso. Di più: Matacena collabora attivamente con una società che si occupa proprio di “Yacht charter” a Dubai.
La Dream Tour ed Amadeo Moet
La Dream Tour Experience è una delle aziende leader, negli Emirati, nel settore del noleggio di yacht e auto di lusso, ma anche di organizzazione di eventi. La sede è a Dubai Marina, zona particolarmente cara a Matacena. Nella pagina del sito ufficiale si promette «relax ininterrotto su spiagge di sabbia bianca» ed ancora lunghe passeggiate, musica, danza e rilassamento per sfuggire alla vita frenetica. Il suo “business development manager” è Antonio Epifani, imprenditore italiano di successo, amico di Matacena. E dando uno sguardo al profilo Linkedin della stessa Dream Tour Experience, balza all’occhio il ruolo di general manager di un uomo che sullo stesso social si fa chiamare Amadeo Moet. Che sia proprio Matacena? Ciò che lo fa ipotizzare è la frequenza con cui lo stesso ex parlamentare condivide eventi e post riferibili alla Dream Tour, fra cui anche una curiosa offerta di lavoro per dirigente commerciale, dj e graphic design riservata, però, “solo alle signore”. In particolar modo a quelle che parlano russo e inglese. Noi, che non conosciamo gli usi e costumi emiratini, non siamo in grado di capire come mai vi sia questa preferenza per il genere femminile da inserire all’interno dello staff in tali ruoli. Di certo, però, c’è che le serate della movida in terra araba vanno che è una bellezza, fra dance music, cocktail e paesaggi mozzafiato su yacht che si muovono intorno ai grattacieli.
L’Amadeus club
E probabilmente Amedeo Matacena deve aver fiutato il potenziale di questo settore imprenditoriale, se è vero che, il 26 gennaio scorsi, si definisce “in splendida forma” all’Amadeus Club, un night club molto attivo, con sede a Dubai, che, curiosamente, porta proprio lo stesso nome della società riconducibile ad Amedeo Matacena. Ed è un luogo dove l’ex parlamentare va più volte. Anche in questo caso, la pagina facebook racconta di serate a tema, con una netta prevalenza di “Russian affair” e “Back 2 School party”.
Al di là di tutto, però, la nostalgia di casa, di tanto in tanto, attanaglia l’armatore: sono tanti i post che dedica a Reggio Calabria, alla Sicilia, all’Italia. Ed un po’ anche al Principato di Monaco, sua seconda casa, dove ha vissuto direttamente chissà quante gare di Formula 1 che oggi deve condividere come bei ricordi.
Insomma, tutto si può dire tranne che Amedeo Matacena non si sia ormai perfettamente integrato negli Emirati. E probabilmente ha sposato in pieno la filosofia della società con cui collabora, che nella sua presentazione invita a vivere secondo il motto di Bobby McFerrin: «Non ti preoccupare, sii felice». Lui lo sta facendo. Almeno fin quando gli sarà consentito di non preoccuparsi e rimanere negli ovattati salotti di Dubai, da dove continua a guardare all’Italia con una ironica soddisfazione, e facendo il tifo per Silvio Berlusconi, il suo vecchio capo che dice di non ricordarsi neppure di lui. Anche se oggi, forse, potrebbe essere il giorno giusto per rinfrescare la memoria.
Consolato Minniti