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Colpo di scena nel corso del processo Why Not per i cinque imputati coinvolti in presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria, accusati di associazione a delinquere per singole ipotesi di abuso di ufficio. Al termine della requisitoria il sostituto procuratore generale Massimo Lia ha chiesto l’assoluzione per Nicola Adamo ex vicepresidente regionale sotto la Giunta Loiero, per Ennio Morrone ex assessore al Personale e per l’allora assessore alla Forestazione Dionisio Gallo, mentre ha invocato la condanna a 2 anni e sei mesi per il capo gabinetto nella presidenza di Giuseppe Chiaravalloti Franco Morelli e 2 anni per il coordinatore del consorzio “Brutium” Giancarlo Franzè. I cinque erano stati prosciolti nel marzo del 2010 dal gup Abigail Mellace. In quella occasione il giudice aveva stabilito 17 proscioglimenti e il rinvio a giudizio per altri 27 imputati. Seguì l’impugnazione della Procura generale, nelle persone dei sostituti Eugenio Facciolla e Massimo Lia, con un ricorso alla Corte di cassazione contro il proscioglimento dall’ accusa di associazione a delinquere. Un ricorso accolto dal Giudice supremo che annullò la decisione del gup rinviando gli atti a Catanzaro per una nuova udienza preliminare, che terminò con un rinvio a giudizio. Si ritornerà in aula il 21 ottobre e il 6 novembre.Le cinque persone furono indagate nella nota inchiesta avviata nel 2006 dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi De Magistris oggi sindaco di Napoli e poi, dopo l’avocazione a quest’ultimo, affidata alla Procura generale di Catanzaro. L’inchiesta riguardava un presunto comitato d’affari politico - affaristico che avrebbe illecitamente gestito sia i soldi destinati allo sviluppo della Calabria che i progetti finanziati dalla Regione.
Gabriella Passariello