C'è anche l'ex presidente dell'ordine dei commercialisti di Rossano, Carlo Plastina, 67 anni, tra le persone arrestate nell'ambito dell'operazione White collar, condotta dal comando provinciale di Cosenza della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari. Nove le persone finite in carcere, sette ai domiciliari. 48 nel complesso gli indagati.

I reati contestati

Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, alla corruzione in atti giudiziari ed alla rivelazione ed utilizzazione dei segreti d'ufficio. Il gruppo criminale faceva capo ad un impiegato del comune di Corigliano-Rossano, Giuseppe Andrea Zangaro, 44 anni.

L'agenzia nell'ufficio del Giudice di Pace

Il locale ufficio del Giudice di Pace, cui era stato distaccato, era diventato per lui una sorta di agenzia privata dove l'uomo riceveva potenziali clienti interessati all'acquisto di beni immobili ed attività commerciali oggetto di aste giudiziarie al tribunale di Castrovillari.

Il ruolo dei procacciatore

Tali clienti venivano procacciati insieme ad altri due soggetti: Carmine Placonà, di 50 anni e Giorgio Alfonso Le Pera, di 49. Zangaro, peraltro, è accusato anche di truffa aggravata e false attestazioni, poiché durante le indagini, per ben 33 volte ne è stata rilevata l'ingiustificata assenza dal posto di lavoro.

Le fughe di notizie

Il gruppo otteneva informazioni riservate, per esempio il numero e l'entità di offerte eventualmente depositate, da numerosi professionisti compiacenti, delegati dal giudice fallimentare alle gestione ed alla vendita dei beni oggetto delle aste. Questo scambio di informazioni era spesso accompagnata da una contropartita in denaro.

Chi è finito in carcere

La gravità delle condotte di due di questi professionisti hanno fatto scattare la misura cautelare in carcere: oltre al già citato Carlo Plastina sono scattate le manette pure per l'avvocato Carlo Giuseppe Cardile, 50 anni. Manette ai polsi inoltre per Alfonso Cesare Petrone, 61 anni, Luisa Faillace di 41 anni e Giovanni Romano di 54, il cui compito era quello di predisporre le offerte, sulla base delle informazioni ricevute.

Il compenso per l'organizzazione

L'organizzazione traeva un compenso legato al valore degli immobili aggiudicati pari al 4% mentre i professionisti che curavano le procedure intascavano 400 euro a pratica. Coinvolto anche Antonio Guarino, esponente del clan dei Forastefano di Cassano, già condannato nell'ambito del processo Omnia. Il suo ruolo era quello di intimidire e dissuadere altri eventuali acquirenti esterni al cartello collusivo, dal partecipare con una propria offerta alle aste.

La conferenza stampa

I particolari sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa organizzata a Cosenza nella sede della Guardia di Finanza, alla presenza del comandante provinciale di Cosenza, colonnello Danilo Nastasi, del comandante del gruppo Sibari Valerio Bovenga, e dei luogotenenti cariche speciali Domenico Allevato e Domenico Salvatore Madeo, della tenenza di Corigliano Calabro. L'inchiesta è nelle mani del sostituto Luca Primicerio sotto il coordinamento del procuratore facente funzioni di Castrovillari Simona Manera

Gli arrestati

In carcere

  • Giuseppe Andrea Zangaro 44 anni
  • Giorgio Alfonso Le Pera 49 anni
  • Carmine Placonà 50 anni
  • Alfonso Cesare Petrone 61 anni
  • Luisa Faillace 41 anni
  • Giovanni Romano 54 anni
  • Carlo Giuseppe Cardile 50 anni
  • Carlo Plastina 67 anni
  • Antonio Guarino 55 anni

Ai domiciliari

  • Francesca De Simone 54 anni
  • Antonio Aspirante 48 anni
  • Vincenzo Anania 51 anni
  • Patrizia Stella 49 anni
  • Alfredo Romanello 48 anni
  • Luigina Maria Caruso 41 anni
  • Rocco Guarino 43 anni