Tre dipendenti dell’amministrazione locale indagati dopo una denuncia del sindaco Franco Spina. Sarebbero più di 300 i mandati di pagamento falsi che hanno aperto una voragine nei conti negli ultimi 10 anni. Denaro finito in locali di Milano e Firenze. Chi sono i funzionari a cui hanno sequestrato i beni
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Versavano il denaro del Comune di Savelli, centro montano del Crotonese, sui loro conti correnti con una sistematicità impressionante: ben 320 mandati di pagamento falsi per un ammontare di quasi 3 milioni di euro, soldi che invece di essere destinati al pagamento delle spese pubbliche transitavano sui conti correnti personali di due impiegati comunali e di una imprenditrice ritenuta loro complice.
Un raggiro durato per 10 anni
Un raggiro che andava avanti da almeno dieci anni e che è stato scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Crotone e da quelli della compagnia di Cirò Marina che hanno eseguito nei confronti delle tre persone indagate un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica di Crotone, per i reati di peculato, falso ideologico e autoriciclaggio, commessi in modo continuato in danno del Comune di Savelli dal 2013 al 2023. Reati dei quali sono accusati Michele Giudicissi, ex responsabile del settore Finanziario, Contabile e Tributi del Comune di Savelli, Olga Caputo, ex dipendente dell'ente, e Giovanna Panaja, titolare di una impresa.
La denuncia del sindaco di Savelli dopo i buchi nel bilancio
L'attività d'indagine è nata in seguito di una denuncia dell'attuale sindaco di Savelli, Franco Spina, il quale, eletto l'anno scorso, si era accorto di inspiegabili buchi nel bilancio del Comune. A far suonare il campanello d'allarme sarebbe stata la revoca di un finanziamento regionale a causa di debiti del Comune risultato moroso per i pagamenti di servizi pubblici e la scoperta dei mancati versamenti di contributi previdenziali a dipendenti comunali che stavano per andare in pensione. Le indagini, ancora in corso, hanno appurato la distrazione, reiterata nel tempo, di denaro pubblico per l'importo complessivo di 2.830.404 euro.
Da quanto emerso, i tre indagati emettevano mandati di pagamento falsi, con i quali il denaro pubblico veniva fatto accreditare sui conti correnti personali degli indagati o di aziende a loro riconducibili, anziché essere destinato al pagamento delle spese pubbliche del Comune, come quelle delle utenze Enel o di altre utenze e dei servizi resi all'ente, e a cui il denaro pubblico era destinato. Uno degli indagati, poi, reimpiegava parte del denaro pubblico sottratto in un bar di Firenze, così commettendo il reato di autoriciclaggio.
Soldi finiti a Firenze e Milano
Il sequestro preventivo ha interessato 2 terreni e 4 abitazioni, appartenenti o riconducibili agli indagati, oltre a beni di valore, come gioielli e somme di denaro contante rinvenuti agli indagati, mentre a Milano e a Firenze sono state sequestrate una società ubicata in via Montenapoleone, nel centro di Milano, riconducibile a due indagati e sul cui conto veniva fatta transitare parte del provento dei reati di peculato; sigilli al bar, sito all'interno della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, provento del reato di autoriciclaggio.
Anche Rolex e gioielli Bulgari tra i beni sequestrati
Infine, a Modena, è stata data esecuzione a un decreto di perquisizione con il contestuale sequestro di documentazione probatoria presso gli uffici di uno studio commercialistico associato. Le investigazioni hanno portato finora al sequestro di denaro contante per circa 18 mila euro e a 1.300 dollari americani, di gioielli e preziosi tra i quali alcuni orologi di grande pregio delle marche Rolex e Baume&Mercier, nonché di gioielli della nota marca Bulgari, aventi un valore stimato in almeno 150 mila euro; di conti correnti, società, beni immobili (4 appartamenti e 2 ampi terreni agricoli, aventi un valore stimato in circa 800mila euro); di due autovetture Toyota Rav 4 e Bmw, nonché un motociclo Ducati Monster, messi nella disponibilità dell'amministratore giudiziario, nominato dalla Procura della Repubblica di Crotone per gli adempimenti di sua competenza.