Francesco Guerrera, detto il Vikingo, deve scontare una condanna a due anni di carcere. Durante la sua latitanza si era rifugiato nelle campagne di Filandari
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Si è dato alla macchia per sei mesi, rifugiandosi nelle campagne di Filandari e trovando riparo in ricoveri di fortuna che, dal 9 luglio scorso, erano diventati la sua casa.
Lo ha fatto per sfuggire ad una condanna definitiva a due anni e nove mesi di reclusione per un’estorsione consumata in concorso con il padre Vittorio ed un fratello che adesso è affidato in prova ai servizi sociali.
Francesco Guerrera, di Filandari, detto “il Vikingo”, ha posto fine oggi alla sua latitanza consegnandosi spontaneamente ai carabinieri della locale Stazione (accompagnato dall’avvocato Daniela Garisto) dopo che gli stessi avevano effettuato il sequestro di un gregge divenuto la sua principale fonte di sostentamento.
Guerrera ha infatti vissuto la sua latitanza alimentandosi con quando la campagna era in grado di offrirgli, ricorrendo anche a rudimentali strumenti di caccia e mettendo in atto vere e proprie tecniche di sopravvivenza di cui, secondo i militari, lo stesso è esperto.
Tuttavia, venendo meno la sua principale fonte di mantenimento, sopraffatto dai morsi della fame e dal freddo, ha deciso di consegnarsi e saldare così il suo debito con la giustizia.