Volto coperto e voce alterata, a sua tutela e a tutela dei figli minori. Non vuole essere l’ennesima vittima in nel Paese che ha creato il neologismo “femminicidio”.

Un incubo che dura tre anni

"E' tre anni che vivo in un incubo - racconta alla redazione di LaCNews24 -. Fatto di minacce, di inseguimenti. Temo per la mia vita e per quella delle persone che amo. Ho fatto più di quaranta denunce. Mi rivolgo a voi per rivolgere un appello al procuratore Giordano, ai carabinieri e alla polizia: intervenite prima che sia troppo tardi. Voglio solo riappropriarmi della mia vita, una vita che non ho più".

“La fiducia nelle istituzioni non sia tradita”

L’incubo dello stalking. L’ombra di un pericolo sempre in agguato che l’accompagna ogni giorno, tutti i giorni. Che accompagna sì, lei ma anche tutti coloro che, a partire dai suoi bambini, fanno parte del suo mondo. E’ un appello accorato, ma lucido, quello che questa donna rivolge alle istituzioni. Le stesse nelle quali ha creduto e dalle quali spera di non essere tradita. Spera che intervengano, prima che sia troppo tardi.

 

La lettera alla nostra redazione

Un appello ce si accompagna ad una lettera, quella consegnata alla nostra redazione, rivolta a tutte le donne che vivono la medesima condizione. “Sono qui per parlare di tutte le donne che sono tartassate, umiliate, offese, violentate, dai loro compagni o dagli uomini che un tempo dicevano di amarle. Violenti, ipocriti, vigliacchi, che minacciano, perseguitano, non lasciano vivere. Uccidono. Non abbiate paura di denunciare. Denunciate. Ma lo Stato deve dare delle risposte a chi in esso ha riposto la sua fiducia e da esso chiedere di essere aiutata. E io oggi chiedo aiuto, l’ho chiesto, continuo a chiederlo, il mio appello resti inascoltato”.