In base alle prime ricostruzioni, le fiamme sarebbero scaturite da un locale sottostante utilizzato per immagazzinare legna secca
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Un violento incendio ha squarciato nella notte il centro storico di Scala Coeli, distruggendo un antico edificio e riaccendendo i riflettori sul rischio crescente per i borghi storici abbandonati. Le fiamme sono divampate intorno all’una in via Piazzetta, nei pressi della Chiesa Matrice, devastando l’abitazione conosciuta come «’E Monach’», un tempo sede di un asilo gestito dalle suore, e minacciando le costruzioni limitrofe.
Secondo le prime ricostruzioni, il rogo sarebbe scaturito da un locale sottostante, utilizzato per immagazzinare legna secca, materiale che ha alimentato il rapido propagarsi del fuoco. Le travi di legno dell’antico immobile hanno fatto da combustibile naturale, trasformando l’incendio in una corsa contro il tempo per i soccorritori.
Tra i momenti più concitati, il salvataggio di un anziano di 92 anni, costretto su una sedia a rotelle e intrappolato nella sua abitazione vicina al luogo del rogo. La sua badante, con prontezza e coraggio, ha allertato i soccorsi che sono riusciti a portarlo fuori in sicurezza. L’intera area è rimasta senza energia elettrica per oltre 12 ore, causando gravi disagi agli abitanti e alle attività commerciali circostanti.
Il borgo di Scala Coeli, già segnato da un incendio devastante avvenuto sei mesi fa, sembra incapace di sottrarsi a una spirale di degrado e incuria. L’episodio ha messo in evidenza lo stato critico in cui versano molte delle sue abitazioni storiche, spesso abbandonate e trasformate in depositi di materiali pericolosi o rifugi per animali randagi.
L’antico edificio distrutto non era solo un simbolo architettonico, ma anche un luogo di memoria collettiva. La sua perdita rappresenta una ferita aperta per una comunità che fatica a proteggere le proprie radici.
Le fiamme sono ormai spente, ma il senso di impotenza e il dibattito sulla salvaguardia del patrimonio storico restano vivi. Sul posto operano i vigili del fuoco di Ciró con il supporto degli uomini del distaccamento di Corigliano Rossano.