Vincenzo Capomolla è il nuovo procuratore della Repubblica di Cosenza. Lo ha deciso il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura con un voto unanime. La proposta di delibera era stata rivotata ieri dalla quinta commissione che, in questa circostanza, aveva escluso l'altro candidato Vincenzo Luberto.

Quest'ultimo in prima battuta aveva ottenuto due voti, mentre Capomolla aveva conquistato tre preferenze. Ieri invece il cambio di rotta dopo il mancato concerto del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla proposta di Luberto.

La carriera di Vincenzo Capomolla

Ha iniziato come Pretore a Vibo Valentia (1995-1999), occupandosi di lavoro, previdenza, civile e penale. Successivamente, ha esercitato funzioni penali presso le sezioni di Tropea e Serra San Bruno e il Tribunale di Catanzaro. Dal 1999 al 2008, come giudice al Tribunale di Vibo Valentia, ha presieduto il collegio penale, trattando procedimenti complessi e contribuendo alla significativa riduzione delle pendenze. Ha coordinato la sezione penale durante la transizione post-soppressione delle preture e, dal 2004, la sezione GIP/GUP.

Dal 2008 al 2017, è stato sostituto procuratore presso il Tribunale di Catanzaro e, dal 2009, alla DDA. Ha gestito indagini su criminalità organizzata, misure di prevenzione antimafia e procedimenti legati a omicidi di ‘ndrangheta, mostrando notevoli capacità direttive nel coordinamento delle forze di polizia e delle indagini.

Dal 2017, Capomolla è procuratore aggiunto presso la Procura di Catanzaro. Ha coordinato la Procura ordinaria, i VPO, e, dal 2019, la Direzione Distrettuale Antimafia per le aree tirrenica e ionica, gestendo procedimenti di antiterrorismo e consolidando il contrasto alla ‘ndrangheta. Dal 2018, è stato anche procuratore vicario, ruolo che ha esercitato da ottobre 2023 a dicembre 2024 visto l'addio di Nicola Gratteri passato alla procura di Napoli.

I colleghi e il personale amministrativo hanno riconosciuto a Capomolla straordinarie capacità organizzative e direttive, un’elevata competenza tecnica e rigore investigativo. Il Consiglio giudiziario, nel 2022, ha sottolineato la qualità dei provvedimenti e l’importanza delle sue attività, definendolo un punto di riferimento per magistrati e personale.