CATANZARO - Villette a schiera sorte laddove non potevano mai essere costruite. In una zona ad altissimo rischio frana, edificate  con il placet di imprese esecutrici dei lavori, legali rappresentanti, geologi, architetti, dipendenti del Comune di Catanzaro, violando tutta una serie di normative in materia urbanistica e di assetto idrogeologico. L’indagine della Procura di Catanzaro che aveva portato il 25 novembre scorso ad un decreto di sequestro delle villette di Mater Domini con contestuali avvisi di garanzia a carico di 4 persone, raggiunge un nuovo traguardo. Sono stati notificati otto avvisi a comparire che valgono come informazioni di garanzia. E il numero degli indagati sale a 12, delineando in capo a ciascuno responsabilità precise.  Si tratta di Luigi Bulotta, Giancarlo Leo, Raffaella Squillace, Domenico Sinopoli, Raffaele Campise, Giovanni Ciampa, Paola Giacinti, Sergio Fabrizi, Alessandro Ciacci, Gianluca Robertelli, Stella Anna Grande e Luigi Ternavasio. Le accuse vanno a vario titolo dalla truffa, alla falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico o in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. E ancora falsità materiale commessa al pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso di ufficio in concorso. Un’inchiesta, quella del sostituto procuratore Graziella Viscomi, che non si ferma qui, destinata ad ampliarsi ancora, considerato che nell’invito per la presentazione di persona sottoposta ad indagini, sono presenti degli omissis. Al momento le abitazioni non sono state evacuate, ma del fatto sono state informati il Comune e la Protezione civile. Tra gli indagati c’è chi avrebbe reso dichiarazioni mendaci, attestando che l’area non sarebbe stata soggetta al rischio del Piano idrogeologico, laddove al contrario, secondo le ipotesi di accusa, alcuni fabbricati ricadrebbero proprio sotto quel vincolo. Altri sarebbero arrivati addirittura a modificare le relative cartografie al solo fine di dare il nulla osta alla costruzione di una serie di villette in località Paradiso, incuranti dell’elevato rischio frana. Fatti commessi nell’arco di un quinquennio,  dal 1 giugno 2011 al 28 gennaio 2015. Gli indagati secondo un calendario stabilito, che va dal 14 al 16 dicembre, dovranno presentarsi in Procura per essere interrogati. In quei giorni potranno fornire la loro versione dei fatti, cercando di smontare le ipotesi di accusa o decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Gabriella Passariello