Lo scorso 7 luglio, gli agenti della polizia di Stato del commissariato di Villa San Giovanni hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso lo scorso 11 giugno dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria, nei confronti di 26 persone, ritenute responsabile a vario titolo di associazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo d’armi (anche da guerra), furto, ricettazione, riciclaggio, estorsione ai danni di un imprenditore operante nel settore della ristorazione e danneggiamento a mezzo incendio di alcune autovetture, avvalendosi dell’appartenenza a locali cosche di ‘ndrangheta.

Le indagini, caratterizzate da intense attività di intercettazione telefonica, ambientale e video, hanno consentito agli agenti della polizia di Stato di individuare tre soggetti come punto di convergenza dello spaccio di cocaina e cannabis nella città di Villa San Giovanni. L’articolata attività investigativa, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri e coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto procuratore Sara Amerio della Dda, ha trovato un concreto riscontro nelle diverse perquisizioni svolte dai poliziotti del commissariato.

Tra gli indagati c'è anche il boss di Villa San Giovanni Pasquale Bertuca. I principali indagati sono Antonio Bellantone detto "zia", ritenuto il promotore del sodalizio criminale del quale facevano parte anche Gabriele Alleruzzo e Rocco Scarfone detto "Ceres". Quest'ultimo era il braccio destro e uomo fidato di Bellantone che aveva collocato la base operativa dell'associazione a Cannitello. «Io e Rocco ora facevano 2, 300 euro al giorno di guadano… - si legge in alcune intercettazioni. - Solo con il fumo… un chilo… 4mila euro ci siamo fatto e ancora avanziamo soldi dalle persone». Tra i tossicodipendenti della "zia" e di "Ceres" c'era anche Pasquale Bertuca, il boss di Villa San Giovanni al quale la Dda contesta sia lo spaccio di una "mezza dose" a un altro assuntore di sostanze stupefacenti, sia il danneggiamento di due auto incendiate. Il pm Amerio ha indagato Bertuca anche per una detenzione di armi e per un'estorsione ai danni del titolare dell'"Autostello" costretto a pagare mille euro per "mettersi a posto" con la cosca di Villa San Giovanni.