Nell'incendio e scoppio della cascina nell'Alessandrino morirono tre pompieri. Uno di loro, Nino Candido, era originario di Reggio Calabria. Per gli inquirenti, la donna avrebbe partecipato alla preparazione del piano per truffare l'assicurazione
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A seguito dell’udienza in Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, i carabinieri di Alessandria hanno arrestato Antonella Patrucco. La donna, imputata insieme al marito per la tragedia di Quargnento, dove lo scorso novembre lo scoppio di un cascinale costò la vita a tre vigili del fuoco (uno di loro Nino Candido, era originario di Reggio Calabria), il ferimento di altri due e di un carabiniere, era già stata rinviata a giudizio dal Gup del Tribunale di Alessandria lo scorso 28 maggio e imputata, in concorso con il marito, Giovanni Vincenti, dei reati, tutti aggravati, di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, omicidio aggravato, lesioni personali aggravate, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona e calunnia.
Lo scorso 24 febbraio – ricorda l’Adnk - il Tribunale di Torino aveva accolto l’appello del pm nei confronti dell’ordinanza emessa il 13 gennaio dal gip di Alessandria, che non aveva accolto la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dalla Procura nei confronti della donna. I militari l’hanno arrestata in esecuzione dell’ordinanza del tribunale di Torino.
Il ruolo della moglie
Secondo gli investigatori molti sarebbero gli elementi di responsabilità raccolti dai carabinieri non solo a carico di Giovanni Vincenti, sottoposto a fermo di indiziato di delitto nei giorni immediatamente successivi ai fatti, ma anche nei confronti della moglie.
Gli inquirenti ritengono che avrebbe partecipato a tutte le fasi della vicenda, ideazione, preparazione e realizzazione, che la notte del 5 novembre dello scorso anno, mediante due esplosioni appositamente provocate per determinare il crollo della villa di proprietà della donna e riscuotere così il premio assicurativo stipulato solo pochi mesi prima, aveva causato la morte dei Vigili del Fuoco Antonino Candido, Matteo Gastaldo e Marco Triches, oltre a ferimento del carabiniere Roberto Borlengo e dei Vigili del Fuoco Giuliano Dodero e Luca Trombetta, intervenuti sul posto a seguito della prima esplosione seguita da un principio d’incendio.
La confessione di Vincenti
Le indagini avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Alessandria, coordinati dalla Procura alessandrina, condotte mediante articolate e complesse attività tecniche, nonché un’accurata analisi dei contenuti degli apparati telefonici e informatici in possesso della coppia, avrebbero consentito agli inquirenti di rinvenire una serie di elementi a carico dell’uomo, culminati, l’8 novembre con il rinvenimento presso l’abitazione dei coniugi Vincenti, del foglio contenente le istruzioni del dispositivo timer della stessa marca e dello stesso modello di quello rinvenuto all’interno dell’edificio dove si era verificata la prima esplosione e utilizzato per azionare l’innesco.
Questa circostanza, assieme ad altri indizi, tra cui il rinvenimento di un flessibile utilizzato per tagliare le inferriate delle due finestre dei due capannoni allo scopo di simulare un’effrazione, avevano fatto si che uomo, di fronte alle responsabilità emerse a suo carico, avrebbe confessato nel corso di un lungo interrogatorio, al termine del quale, nel corso della notte del 9 novembre, era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto. Antonella Patrucco, invece, pur a fronte di evidenti contraddizioni emerse dal suo racconto, era stata inizialmente indagata in stato di libertà.
La truffa all’assicurazione
Le ulteriori indagini condotte dagli inquirenti avevano consentito in successione di accertare che il movente fosse riconducibile all’intenzione da parte dei coniugi di truffare l’assicurazione mediante la sottoscrizione, da parte di Antonella Patrucco, di una polizza assicurativa che prevedeva la copertura degli immobili ubicati nella loro proprietà di Quargnento, l’acquisto di alcune delle bombole di gas utilizzate per causare l’esplosione, fosse stato effettuato alla presenza di entrambi i coniugi, il taglio delle grate per simulare un’effrazione e le operazioni di posizionamento delle bombole e di tutto il dispositivo necessario per causare l’esplosione fossero stati effettuati dall’uomo alla presenza anche della moglie
Infine, la sera della tragedia, anche la Patrucco era stata messa a conoscenza della prima esplosione e della presenza in loco di Vigili del Fuoco e Carabinieri e così come il marito non aveva fatto nulla per avvertire questi ultimi del gravissimo e imminente rischio per la loro incolumità, tanto che la seconda esplosione aveva causato la strage.