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Quando va a fuoco il chiosco di fiori di Vincenzo Romeo, tutti parlano di rogo accidentale. È la notte fra il 2 e il 3 luglio 2015 e il piazzale della Perla dello Stretto viene illuminato a giorno dalle fiamme che distruggono un'attività frutto del sudore e del sacrificio di un onesto lavoratore. Vincenzo quella stessa mattina contatta il manager Ivan Belvedere, che gestisce (almeno fino ad un certo punto) le operazioni di vendita degli spazi del centro commerciale.
Romeo è disperato e fa comprendere al manager che se il problema era il suo chiosco, adesso tale difficoltà non esiste più. Vincenzo, infatti, è l'unico commerciante a non aver firmato il contratto, non piegandosi al ricatto dei rappresentanti del consorzio, capitanati dall'avvocato Paolo Romeo. Si capirà più avanti che lo stesso Belvedere entrerà in rotta di collisione con l'avvocato Romeo, parlando apertamente di una gestione ormai tutta «in mano alla 'ndrangheta».
La video-inchiesta esclusiva, realizzata da Consolato Minniti per Lacnews24.it, racconta con la viva voce dei protagonisti, tutti i retroscena di questo atto intimidatorio, i cui responsabili non sono stati individuati, ma con una matrice chiarissima: l'intimidazione di tipo mafioso.
Dalle intercettazioni originali emerge l'enorme dignità di Vincenzo Romeo, la sua voglia di non mollare e di ricostruire il chiosco: «Non so rubare, mi possono ammazzare, io sempre là sono». Ma viene fuori anche l'umanità di Belvedere che, opponendosi a Paolo Romeo (accusato poi di essere al vertice della loggia massonico-mafiosa nell'inchiesta "Mammasantissima"), appoggia Vincenzo nella possibile ripartenza.