Vibo Valentia - Era mattina del 4 ottobre del 2011 quando Elisabetta Arena, 22 anni di Zungri, precipitava con la sua auto in un dirupo, profondo un centinaio di metri. La giovane stava percorrendo la strada provinciale che collega il comune di Zambrone con quello di Parghelia. Elisabetta si stava recando al lavoro quella mattina. Una morte che si sarebbe potuta e dovuta evitare se solo su quel tratto di strada fossero stati segnalati i lavori. A dirlo è il Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, che ha rinviato a giudizio tre persone ritenute responsabili della morte della 22enne.

A processo andranno Francesco Teti, dirigente della Provincia, Isaia Capria, responsabile del procedimento amministrativo, e Gianfranco Fabiano, titolare della Edil Fabiano, la ditta esecutrice dei lavori sulla strada provinciale. L'accusa, rappresentata dal Pm Vittorio Gallucci, ha sostenuto che il 4 ottobre del 2011 la vittima era a bordo della sua automobile e stava percorrendo la strada provinciale quando il mezzo finì in un burrone, perché non era stato segnalato che l'arteria viaria era chiusa per lavori in corso perchè danneggiata dal maltempo. Le tre persone rinviate a giudizio sono accusate, a vario titolo, di omicidio colposo, violazione di sigilli e falsità ideologica. Il processo inizierà il 12 giugno prossimo.