VIDEO | Anna Aurora Colosimo ha incontrato la stampa dopo l’insediamento al posto di Paolo Grieco: «Il mio imperativo? L’ascolto. Non voglio dire di sapere già chi sono i buoni e chi i cattivi». E ancora: «Il Vibonese è una terra difficile ma di una bellezza struggente, qui mi sento a casa. Darò il massimo»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Anna Aurora Colosimo, nuovo prefetto di Vibo
A Vibo si sente a casa: «Felice e commossa di essere qui, territorio difficile ma di una bellezza struggente». Il nuovo prefetto del capoluogo vibonese, Anna Aurora Colosimo, incontra la stampa nel secondo giorno dal suo insediamento, quando ha preso il posto di Paolo Grieco, nominato prefetto di Foggia.
Ai giornalisti che hanno raggiunto il Palazzo di Governo si presenta rimarcando più volte la soddisfazione di essere tornata nel Vibonese, dove 10 anni fa è stata commissario prefettizio di Tropea e Gerocarne, oltre ad aver affiancato l’allora prefetto Latella come capo di gabinetto: «Vibo è stata la mia palestra professionale. Ritornare a lavorare in questa città è per me motivo di grande gratificazione».
Colosimo arriva da Palermo, dove svolgeva le funzioni di prefetto vicario. «Il mio imperativo professionale? L’ascolto», mette subito in chiaro. «Svolgerò il mio ruolo prestando molta attenzione alle istanze che giungono dalla comunità - spiega -. Parlare di cultura dell’ascolto può sembrare retorico, ma io ci credo davvero, perché appartiene alla mia formazione culturale. La politica dell'ascolto non è facile da mettere in atto se si vuole applicarla davvero. Per questo conto molto sull’aiuto della stampa. Con me - dice rivolta ai giornalisti - troverete sempre la porta aperta, perché insieme a voi voglio comprendere quali siano i veri problemi della città, quali siano le priorità. Informare al meglio i cittadini è presupposto di ogni vera democrazia».
Il territorio vibonese non è quello di una grande metropoli ma sconta problemi antichi e difficilissimi da estirpare, a cominciare ovviamente dalla presenza ancora asfissiante della criminalità organizzata.
«Ero in servizio qui durante l’ultima guerra di mafia, quando imperversavano i Piscopisani. Un periodo durissimo che ha contribuito moltissimo alla mia crescita professionale. Ma nonostante quella vibonese sia una realtà che conosco bene, non voglio essere presuntuosa: i problemi di un territorio devono essere indagati con un approccio diretto, sul campo. Molte delle situazioni che si sono sviluppate nel corso di questi ultimi dieci anni io non le ho conosciute. Quindi non dirò che so tutto, che so chi è cattivo e chi è buono. Per ora domina la soddisfazione di essere tornata, con la consapevolezza che questa provincia merita tutto il mio impegno».
Ma al di là di una consapevolezza diretta delle criticità, la provincia vibonese offre di “default” due problematiche che più di altre riempiono animano la cronaca quotidiana: lo scioglimento degli enti per infiltrazioni mafiose e la situazione disastrosa della sanità pubblica.
«Non posso e non voglio entrare nel merito di singole vicende - avverte il prefetto -, ma di una cosa sono certa: lo scioglimento di un Comune per mafia rappresenta una sconfitta della democrazia. Ma se questo accade non dipende dalla “cattiveria” della Prefettura o dello Stato, dipende dalla capacità dei Comuni di dotarsi di anticorpi efficaci contro la criminalità organizzata. I Comuni sono il front office di tutto il sistema, noi siamo già a retrovie, un secondo livello forse anche più comodo. Il lavoro dei sindaci, invece, è un lavoro scomodo, molto scomodo. Ma nel momento in cui si accetta di guidare la propria comunità, bisogna usare il massimo rigore. Spesso è difficile trovare le soluzioni giuste senza cadere in errore, per questo offrirò ai Comuni il massimo sostegno e aiuto, ma allo stesso tempo sarò rigorosa, e spero di non dover mai sciogliere un Comune».
Sull’altro fronte di maggiore difficoltà, la sanità, Colosimo assicura altrettanto impegno: «Mi rendo conto che un'Asp commissariata ha difficoltà a rimettersi in moto e per questo ha bisogno veramente di grande sostegno. Deve essere un impegno di tutti noi, soprattutto adesso che lo Stato si è assunto la responsabilità della governance. Possiamo contare su una commissione di alto profilo, mi riferisco in particolare al prefetto Piscitelli, che è stato prefetto di Reggio, anche se non lo conosco personalmente. Ma deve essere chiaro che i problemi della sanità non dipendono dall'Asp di Vibo Valentia, ma dipendono da un sistema sanitario che con grandi sforzi il presidente Occhiuto sta cercando di ricondurre nell’alveo della normalità».