Dopo un’ora e mezza di discussione l’opposizione fa notare che mancano i cinque giorni liberi dalla convocazione: all’ordine del giorno la ratifica dei finanziamenti su buoni spesa e sanificazioni
La figuraccia va in scena poco dopo mezzogiorno, quando il Consiglio comunale di Vibo Valentia ha iniziato a discutere da circa un’ora e mezza. Un’assemblea riunita per approvare cinque punti all’ordine del giorno: si va dal regolamento sull’esposizione delle bandiere alla concessione per 99 anni di suolo pubblico e beni del patrimonio rispettivamente a Vigili del fuoco e comando dei Carabinieri.

 

Ma l’asino casca quando vengono affrontati i due punti inerenti questioni di bilancio: nello specifico le variazioni per ratificare i finanziamenti erogati dal governo sui buoni spesa (248mila euro) e su dispositivi di protezione e sanificazione (circa 21mila euro).
In quel momento prende la parola Stefano Luciano, capogruppo del Pd. Regolamento alla mano, spiega, nell’imbarazzo generale, che la seduta di consiglio comunale in corso, o meglio i deliberati di questa seduta, potrebbero essere nulli. «Eccepisco la nullità della presente seduta - esordisce - perché il regolamento è chiaro nel prevedere che le convocazioni debbano avvenire secondo giorni liberi. Se fosse stata una seduta ordinaria, sarebbe stato un vizio sanabile, il punto è che questo mancato rispetto va letto insieme al regolamento di contabilità che dice che in materia di bilancio i consiglieri devono avere gli atti almeno cinque giorni prima della seduta. I termini sono perentori. Sollevo l’eccezione - rimarca - non per impedire l’approvazione delle delibere, e quindi per mera opposizione politica, ma perché queste delibere sarebbero inficiate, in caso qualcuno le impugnasse, da una seduta convocata senza il rispetto dei termini». Seduta convocata mercoledì: se si esclude quel giorno, e quello in cui si svolge il consiglio, ne restano quattro.


Al termine del suo intervento la maggioranza chiede una sospensione: i capigruppo si riuniscono con il presidente Rino Putrino, artefice della convocazione capestro, ed escono fuori dopo più di mezz’ora. Il risultato finale è un “provvidenziale” ammutinamento: 24 assenti e 9 presenti, cade il numero legale. Benone.