Il commissario straordinario approva il bilancio consuntivo del 2018 e tenta la carta del piano di riequilibrio, certificando una massa passiva totale di circa 21 milioni di euro. Una valanga di debiti partita da una strada mai realizzata
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In principio fu la Tangenziale est. Costruita dalla Provincia, mai entrata in funzione, travolta dalle inchieste della magistratura e dalle richieste di risarcimento della Corte dei Conti, ma capace di riverberare i suoi effetti negativi anche sul Comune di Vibo Valentia, che in programma aveva la costruzione di una bretella che collegasse la fantomatica tangenziale alla zona industriale della città.
Per quella strada mai realizzata furono stanziati nel 2004 ben 12 milioni e mezzo di euro. Un “tesoretto” che è stato dilapidato anno dopo anno per affrontare le spese correnti dell’Amministrazione, nonostante fosse vincolato alla realizzazione dell’infrastruttura che, però, non ha mai visto la luce. Come una valanga, quei soldi non più rimpinguati hanno rappresentato una posta passiva che bilancio dopo bilancio ha trascinato il Comune verso il primo dissesto, quello del 2013, e ancora oggi minaccia i conti dell’Ente mettendolo a rischio di un nuovo default.
Piano di riequilibrio, ultima carta
È quanto si deduce dal bilancio consuntivo del 2018, approvato nell’ultimo giorno utile, cioè il 30 aprile scorso. Contestualmente, il commissario straordinario Giuseppe Guetta, che guida l’Ente dopo la crisi politica del gennaio scorso e la conseguente caduta del sindaco Elio Costa, ha deliberato l’avvio del piano di riequilibrio finanziario, certificando una massa passiva di oltre 21 milioni di euro, nel disperato tentativo di evitare un nuovo dissesto.
Gli atti, pubblicati oggi sull’albo pretorio dell’Ente, fotografano una situazione estremamente critica che si trascina ormai da tre lustri. L’ultimo anno contabile, il 2018 appunto, viene chiuso con un disavanzo certificato di 13 milioni e 489mila euro, a cui vanno ad aggiungersi circa 8 milioni di passività potenziali derivanti dai contenziosi legali in corso, dai fondi vincolati ancora da ricostituire, dalla scarsa capacità di riscossione e da crediti di dubbia esigibilità, per una massa passiva totale di 21 milioni e 96mila euro.
Dissesto mai risolto
Su tutto grava il vecchio dissesto, non ancora concluso alla data odierna, che prevede il ripianamento della massa passiva attraverso l'accensione da parte dell'Ente di due anticipazioni, le cui rate di rimborso saranno presenti nei bilanci correnti per i prossimi 20 anni.
Sono queste le cause delle acque agitate, che il commissario straordinario adduce per motivare un nuovo piano di riequilibrio, nell’arduo tentativo di scongiurare un altro default che farebbe di Vibo Valentia un caso unico in Italia, con due dissesti innestati uno sull’altro. Ma schivare una nuova bancarotta non è impresa facile, anche in considerazione del fatto che il piano dovrà comunque passare al vaglio del ministero dell’Interno, con successiva ed eventuale approvazione da parte della Corte dei Conti. Ma secondo Guetta è un tentativo che va fatto, perché l’alternativa significherebbe un’ulteriore penalizzazione per la città, che già paga un prezzo altissimo a causa delle finanze comunali a pezzi, visto che aliquote e tariffe sono già calcolate nella misura massima possibile. «Nonostante ciò - si legge nella delibera del commissario - l’Ente non è in grado di fronteggiare lo squilibrio finanziario con i mezzi ordinari messi a disposizione dall'ordinamento vigente, e pertanto, si deve ricorrere alla procedura di riequilibrio, ai sensi dell’art. 243 bis del Tuel», cioè la norma che prevede un’apposita procedura di riequilibrio finanziario pluriennale per gli enti nei quali sussistano squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario.
Debiti per pagare i debiti
All’orizzonte, quindi, si prospettano paradossalmente nuovi debiti per far fronte a quelli vecchi. Infatti, non potendo aumentare ulteriormente le aliquote e le tariffe a carico dei cittadini perché già al massimo, il Comune dovrebbe procedere all'assunzione di nuovi mutui per la copertura di debiti fuori bilancio riferiti a spese di investimento, in deroga ai limiti massimi della capacità di indebitamento previsti dalla legislazione vigente.
A una prima lettura del bilancio consuntivo 2018, ciò che salta agli occhi è, come accennato, quello che appare come il motivo “storico” del disastro finanziario che si è consumato a Vibo negli ultimi 15 anni: la Tangeziale est della Provincia e la bretella comunale che avrebbe dovuto consentire al traffico proveniente dall’autostrada e diretto a sud di bypassare il centro cittadino. I 12,5 milioni di euro destinati alla costruzione della strada sono evaporati, utilizzati come un salvadanaio non più riempito, tirando inesorabilmente a fondo i conti dell’Amministrazione. Discesa che, purtroppo, non è ancora finita.