Chiedono la collaborazione della società civile le istituzioni e le forze dell'ordine. Solo così si potrà avviare quel cambiamento di rotta definitivo che potrà evitare che in futuro Lamezia possa nuovamente scivolare nelle mani di chi è disposto a metterla a ferro e fuoco pur di imporre la sua supremazia, come accaduto nelle ultime settimane. È questo,  in sintesi, il messaggio lanciato dal vertice riunitosi nella città della Piana per discutere di sicurezza e ordine pubblico e a cui hanno preso parte il prefetto di Catanzaro Luisa Latella, il sindaco Paolo Mascaro, il presidente della Provincia Enzo Bruno, il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri e i procuratori di Lamezia e Catanzaro.


Diretto l'intervento del prefetto Latella che, dopo avere chiesto una collaborazione continua perché  - ha detto - "democrazia e lotta alla 'ndrangheta sono questioni di numeri", ha bacchettato politici ed esponenti delle associazioni per avere tenuto interventi di carattere convegnistico e non operativo. "Abbiamo bisogno di agire, per le teorie e la marce antimafia ci sono altre occasioni", ha detto il prefetto sostenuta nel suo pensiero anche dal procuratore della Repubblica Prestinienzi che ha poi aggiunto: “Il cittadino preferisce all’autorità dello Stato, l’autorità della mafia. Chi subisce un furto o un’estorsione tende a rivolgersi all’autorità della famiglia che controlla il territorio e non allo Stato. Ma lo Stato siamo tutti noi. Nessuno – ha concluso - da solo può fare grandi cose, serve un contributo giornaliero, solo con quello riusciremo molto di più”.

Tiziana Bagnato