«Venite, la mia compagna si è impiccata nella doccia». Così un quarantenne aveva avvisato i Carabinieri domenica scorsa, ma la Procura della Repubblica di Verona vuole fare chiarezza sulla morte di Cristina Pugliese, 27 anni, trovata morta nel bagno della sua abitazione a Caldiero (Verona).

A dare l'allarme, nel tardo pomeriggio dell'altro ieri, è stato il compagno della donna, che ha chiamato i Carabinieri al 112 raccontando di aver trovato il corpo privo di vita all'interno del bagno dell'abitazione e spiegando che si sarebbe suicidata utilizzando il tubo flessibile della doccia. Adesso però l'uomo è indagato per omicidio volontario. Dagli accertamenti dell'Arma sarebbero infatti emerse alcune anomalie, che hanno indotto la Procura scaligera a disporre il sequestro dell'abitazione e della salma, che è stata trasferita all'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Borgo Roma, dove si svolgerà l'esame autoptico. Le indagini sono state avviate dai Carabinieri di Tregnago e del Nucleo Radiomobile di San Bonifacio (Verona), intervenuti sul posto nella giornata di domenica. E nell'abitazione hanno lavorato fino a tarda ora anche i tecnici del Reparto Investigazioni Scientifiche, oltre al medico legale, sotto la supervisione del magistrato che coordina le indagini. Gli investigatori hanno già sentito alcune persone informate dei fatti.

Negli sviluppi degli accertamenti sarebbero emerse alcune incongruenze rispetto alla prima ricostruzione dei fatti, che - dopo il riserbo delle prime 36 ore - hanno indotto gli investigatori a non procedere solo sulla pista di un gesto estremo, ma valutando tutte le ipotesi, fino a quella dell'omicidio volontario. Il compagno, al momento, è indagato in stato di libertà. In una nota, il Procuratore capo Raffaele Tito ha precisato che «in considerazione di quanto acclarato dai preliminari accertamenti, dovendosi procedere a più approfondite indagini di tipo tecnico-scientifico, è stata disposta l'autopsia, e al fine di consentire al compagno della donna deceduta di poter esercitare tutte le garanzie di legge il medesimo è stato iscritto sul registro degli indagati per il delitto di omicidio volontario».

Cristina Pugliese era originaria di Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, e si era trasferita con la famiglia nel veronese, dove vivono anche la madre, il padre e il fratello, che gestisce un'autofficina a Soave. La donna lascia una bambina di 5 anni.