In una piazza XI settembre gremita ed emozionata, ieri il prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella ha consegnato le onorificenze alla memoria e nominato i nuovi Cavalieri della Repubblica italiana. Tra questi c'è anche Eleonora Aloise Pegorin, 39 anni, pedagogista e psicologa dell'adolescenza, che da tredici anni vive in pianta stabile a Verbicaro, nell'entroterra cosentino del versante tirrenico. Torinese di nascita, si è trasferita in Calabria per ricominciare a vivere dopo un'infanzia e una giovinezza segnate da abusi e violenze di ogni sorta. Dopo aver voltato pagina, ha poi trovato la forza e il coraggio di trasformare le sue sofferenze in una lotta serrata contro la violenza sulle donne e i bambini. Proprio questa battaglia le è valsa la nomina, sancita con un decreto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L'amore per mamma Franca

«Ho avuto una vita complessa, se sono qui è grazie a questa donna che mi ha dato il suo amore e il suo affetto, curandomi molte ferite», dice il Cavaliere Eleonora Aloise Pegorin, fresco di nomina, ai nostri microfoni. Il riferimento è a Franca Aloise, che l'ha adottata legalmente dopo la morte della madre biologica. Carla, così si chiamava la donna che l'ha messa al mondo 39 anni e mezzo fa a Chieri, in provincia di Torino, ha combattuto tutta la sua vita contro le malattie mentali e le dipendenze, che non l'hanno aiutata a proteggere l'adorata figlia come avrebbe dovuto. Così, entrambe sono finite nel vortice della disperazione e dell'abbandono. Di qui, la decisione della giovane di intraprendere un pellegrinaggio in un santuario siciliano, dove ha conosciuto Franca. La sinergia tra le due è stata immediata. Pochi mesi più tardi, Eleonora si è trasferita a Verbicaro per stare vicino a quella che, di lì a poco, sarebbe diventata sua madre a tutti gli effetti di legge, ereditandone anche il cognome.

La cultura salva

Il neo cavaliere non ha dubbi: «La cultura salva», dice ancora alle nostre telecamere. E non è retorica. Per lei lo studio è stata la salvezza, prima di incontrare mamma Franca, e anche dopo. Oggi, che è una professionista indiscussa, pedagogista specializzata in Bes e Dsa e specialista in Psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza, sta per conseguire la sua terza laurea e provare a curare le ferite dell'anima a coloro che portano i suoi stessi segni sulla pelle. Coaching e formatrice, è, inoltre, fondatrice del primo polo di ricerca pedagogica “A partire dalla Cura”.

Il dolore sospeso

La sua lotta contro le violenze annovera anche il racconto nudo e crudo del passato, contenuto nel libro "Il dolore sospeso" di Maria Antonietta D'Onofrio. Tra le drammatiche pagine dell'opera, si legge che la piccola "Ele" sognava un mondo che non aveva mai neppure visto e si augurava un giorno di uscire da quell'inferno in cui era capitata per cominciare a vivere davvero. Trent'anni dopo, quella bimba con il terrore negli occhi ha saputo trasformare quelle atrocità in speranza. Ieri la piccola Ele è diventata grande una volta per tutte ed ha finalmente vinto la sua battaglia, facendo pace con sé stessa e il suo destino.