Il 14 maggio del 1995 la cantante di origini calabresi è stata trovata senza vita in casa. La presidente Santelli: «Interprete straordinaria che ha fatto commuovere e sognare»
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Venticinque anni fa, il 12 maggio 1995, moriva a soli 47 anni, Mia Martini, voce straordinaria della canzone italiana. Una vita tormentata, fatta di grandi successi ma anche di momenti difficili.
Nata a Bagnara Calabra da genitori insegnanti, Mimì era cresciuta con la madre e le tre sorelle: Loredana, che sarebbe diventata anche lei cantante di successo (la Bertè), Leda e Olivia. La musica è stata la compagna di sempre nella sua vita, quella che non l’ha mai abbandonata.
Diventa famosa con ‘Padre davvero‘, con il nuovo nome di Mia Martini (Mia come Mia Farrow, la sua attrice preferita e Martini perché era una parola conosciuta all’estero), scelto con il produttore Alberigo Crocetta, già fondatore del Piper e scopritore di talenti come Patty Pravo e Mal. Poi la collaborazione con Bruno Lauzi e lo straordinario successo di ‘Piccolo uomo‘, brano con cui nel 1972 vince il FestivalBar per poi bissare l’anno successivo con Minuetto. Arrivano la popolarità, i dischi venduti, i premi e al successo nazionale si accosta quello estero: Charles Aznavour, canterà con lei, facendone la diva dell’Olympia di Parigi. Poi l’incontro con il cantautore genovese Ivano Fossati, col quale si instaura un sodalizio artistico e sentimentale che culminerà con l’album Danza nel 1978.
Nel 1982 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Non finisce mica il cielo, scritta da Fossati. Non vince perché «era troppo sofisticata – spiega il critico Dario Salvatori – e, infatti, per lei viene creato il Premio della Critica» che oggi porta il suo nome.
Ma il 1982 è anche l’anno in cui si diffonde la diceria che porti sfortuna. Si ritira dalle scene fino al 1989. Il grande ritorno della Martini è proprio sul palco di Sanremo, con la canzone Almeno tu nell’universo. Torna ancora al Festival nel ’92, con il brano Gli uomini non cambiano.
Con sua sorella Loredana, Mimì condivide la passione per la musica e insieme salgono ancora sul palco del Festival nel 1993 con il brano Stiamo come stiamo. Questi sono anni di grandi collaborazioni costellati da canzoni come La nevicata del ’56 e Cu’mme, in coppia con Roberto Murolo ed Enzo Gragnaniello. Si trasferisce in provincia di Gallarate, nel paese dove viveva il padre. L’ultima apparizione televisiva è del 4 marzo del 1995 nella trasmissione Papaveri e papere. La morte risale al 12 maggio 1995, ma il corpo di Mimì viene ritrovato solo 2 giorni dopo. La Procura di Busto Arsizio apre un’inchiesta e dispone l’autopsia, successivamente la Procura della Repubblica archivia il caso.
Il ricordo della presidente Santelli
«Un’interprete straordinaria che ha fatto commuovere e sognare. La sua intensità, la sua passionale malinconia ha toccato le corde del cuore di tante generazioni lasciando una traccia indelebile. Ciò che sorprende a 25 anni dalla sua scomparsa è la sua attualità, voce, testi e musiche che vanno oltre il tempo conquistando uno spazio di illimitatezza che solo i grandi miti della musica raggiungono. Pochi artisti portano profondamente come Mia Martini le caratteristiche genetiche della loro terra. E riascoltando la prima strofa di Bolero sembra poterla scorgere ancora sulla spiaggia della sua Bagnara, combattuta fra nostalgia e speranza mentre va incontro alla sua via».