La struttura andata in fiamme ospitava diverse attività commerciali gestite da cittadini cinesi. Vittima in passato di minacce e atti intimidatori, Michele Guccione ora si dice stremato
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A poche ore dall'incendio che ha distrutto gran parte di Piazza Cina nella contrada di Santa Lucia a Corigliano, il proprietario del capannone affittato a un gruppo di cinesi, Michele Guccione, in poche battute ha trovato la forza di parlare della sua esperienza e delle difficoltà che ha dovuto affrontare.
Guccione, che già in passato è stato vittima di atti intimidatori in altre strutture di sua proprietà, si è aperto sul suo stato d'animo dopo l'incendio devastante. «Sono stanco, stanco di fare l'imprenditore», ha ammesso Guccione, lasciando intravedere la fatica e l'usura che ha dovuto sopportare nel corso degli anni.
L'incendio a Piazza Cina è stato solo l'ultimo evento traumatico che ha colpito Guccione, che ha dovuto affrontare minacce e intimidazioni in passato. Le cause dell'incendio sono ancora al vaglio degli inquirenti, e Guccione ha preferito non formulare ipotesi affrettate. È consapevole della complessità delle dinamiche che si celano dietro tali eventi e si affida alla giustizia e all'accuratezza delle indagini per fare luce sulla questione. Nonostante la stanchezza causata dagli atti intimidatori passati, Guccione dimostra una resilienza straordinaria. Non si arrende di fronte alle avversità, ma si rialza, pronto a ricostruire e a superare gli ostacoli che gli si presentano lungo il cammino.