«La situazione a casa mia non è mai stata molto felice per via di varie vicissitudini. Qui ho trovato accoglienza, attenzione e calore che fino a quel momento non avevo mai avuto. Ho trovato la mia dimensione, la serenità che mi ha fatto diventare quella che sono oggi». Valeria Caputo ha 19 anni. Quando ne aveva 9 è entrata per la prima volta nell’Istituto Palazzolo Suore delle Poverelle ubicato nel quartiere Santa Maria di Catanzaro che offre al territorio diversi servizi: una scuola materna, una casa famiglia, un centro semiresidenziale e accoglienza per donne in difficoltà e minori.

Il sogno di Valeria: aiutare gli altri

Gli ultimi 10 anni della sua vita Valeria li ha trascorsi qui, lasciandosi alle spalle una situazione familiare difficile mentre di fronte a lei si apriva un percorso nuovo. «Ho tanti ricordi belli ma anche tanti ricordi tristi. Il primo periodo non è stato facile ma se si hanno accanto le persone giuste, si riesce a superare qualsiasi ostacolo, anche quelli che possono sembrare insormontabili». Valeria, che ha sempre coltivato i rapporti con la sua famiglia di origine, ha trovato nell’istituto Palazzolo persone disposte a seguirla e ad accompagnarla lungo il suo percorso di crescita.

 

«Oggi studio scienze dell’educazione all’Università della Calabria, frequento il primo anno. E questo è anche frutto dell’esperienza che ho vissuto qui. Il mio obiettivo è quello aiutare chi vive situazioni come la mia a superare i momenti difficili. Il mio consiglio è quello di lasciarsi guidare. Anche se spesso quello che ci viene detto può essere difficile da accettare, bisogna capire che tutto quello che ci viene consigliato di fare è per il nostro bene. Io fino a qualche tempo fa questo non lo avevo compreso ma adesso che faccio i conti con la ragazza che sono diventata mi rendo conto che spesso quei “no” mi hanno aiutato a diventare la persona responsabile e matura che sono».

I festeggiamenti

Oggi quella che per Valeria è stata una vera casa, festeggia i 150 anni dalla fondazione dell’Ordine delle Suore Poverelle e si presenta con una nuova veste dopo i lavori di ristrutturazione durati 4 anni. La giornata di festa, alla quale ha preso parte tra gli altri il vicesindaco della città Ivan Cardamone, si è aperta con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro Squillace mons. Vincenzo Bertolone e animata dal coro Canta e Cammina diretto dal maestro Fera, a seguire taglio del nastro della struttura e tavola rotonda dal titolo “E un giorno ti incontrai”.

Un po' di storia

«La famiglia delle suore delle Poverelle nacque a Bergamo nel 1869 e arrivò in Calabria nel 1942, anni molto difficili – racconta Edoardo Manzone, direttore generale Istituto Palazzolo -. Proprio qui vicino, nel quartiere Santa Maria di Catanzaro, le suore aprirono una scuola materna aiutano le famiglie povere di questo quartiere, allora agli inizi della sua storia. Nel 1956 venne costruita questa casa che continua a rispondere ai bisogni della città, in particolar modo per quanto riguarda i minori. Oggi dopo tanti anni  la ripresentiamo. Abbiamo scelto di rimanere e investire a Catanzaro, una terra alla quale siamo molto affezionati e con la quale abbiamo il desiderio di vivere». «In tutta Italia abbiamo una ventina di strutture che si occupano di minori - spiega Amilcare Turra, del coordinamento nazionale settore minori e donne con figli - siamo in stretto collegamento con i Tribunali per i minori territorialmente competenti. I bambini vengono allontanati dalle famiglie perché spesso purtroppo vivono problemi importanti come abbandono o maltrattamenti e vengono quindi inseriti in comunità per un periodo che può essere variabile, può durare alcuni mesi oppure  anni, con progetti che sono diversificati a seconda del minore.  Alcuni vanno in affido, altri in adozione, altri ancora ritornano in famiglia quando le cause che hanno determinato l’allontanamento vengono risolte».

 

Il messaggio che le suore delle Poverelle vogliono lanciare in questa giornata, secondo suor Carla Fiori, responsabile nazionale delle comunità religiose, «è tipico del nostro fondatore, il beato Luigi Maria Palazzolo: ci vuole cuore largo per fare il bene e vorremmo che questa solidarietà si diffondesse sempre di più in questo territorio».