Valentina si è svegliata. È vigile, «ci sono giorni in cui sta meglio, altri no», ammette Alessia. Stessi occhi e stesso sorriso della sorella. Una lo specchio dell’altra. Inseparabili, nonostante i chilometri. Alessia vive a Milano, dove ha vissuto Valentina prima di trasferirsi a Rombiolo, nel Vibonese. «Pian piano si sta riprendendo», racconta. «Di quel giorno non ricorda nulla». Valentina Crudo, nota vocalist vibonese di 30 anni, è rimasta coinvolta mesi fa in un tragico incidente stradale avvenuto lungo la superstrada Jonio-Tirreno, in cui hanno perso la vita sua cognata Antonella Teramo, 37 anni, originaria di San Calogero e sua nipote Maya, 4 anni. Feriti anche il marito e la figlia Fatima, stessa età della cuginetta che viaggiava nell’auto quel maledetto pomeriggio d’estate. 

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Era il 20 agosto, quando la macchina sulla quale viaggiava Valentina si è scontrata con un altro mezzo condotto da Domenico Politi, 39 anni di Cittanova, anch’egli morto sul colpo. Le due famiglie stavano rientrando da una gita alle cascate del Marmàrico, a Bivongi. Escursione organizzata per festeggiare il compleanno di Antonella. Nell’impatto Valentina ha battuto violentemente la testa riportando una vasta emorragia cerebrale. Trasportata al Gom di Reggio Calabria in condizioni critiche, dopo un mese di coma è stata trasferita al Centro del risveglio dell'Istituto Sant'Anna di Crotone dove si trova ricoverata tuttora. 

Ha lottato per la vita e oggi è fuori pericolo anche se il percorso per la completa guarigione è lungo e difficile. La sorella Alessia ricorda i giorni in cui i medici hanno iniziato a svegliarla dal coma indotto. «Le hanno detto che si trovava in ospedale. L’hanno rassicurata per poi iniziare con le domande di routine. Non appena le hanno fatto il nome di Fatima, Valentina ha risposto correttamente alle domande. Della figlia ricorda la data di nascita. Ricorda il suo viso, la sua voce, ma tutto il resto è ancora avvolto dalla nebbia, frammenti di vita. 

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«Saranno i medici a ricomporre tutti i pezzi mancanti della sua esistenza», dice la sorella, che racconta il giorno in cui la piccola Fatima, insieme al suo papà è andata a riabbracciare la madre. «È successo poche settimane fa, ed è stato un abbraccio lungo e tenero». La piccola nell’incidente ha riportato varie ferite, «ma oggi sta bene, protetta dall’affetto dei suoi familiari». È tornata all’asilo e ogni weekend va trovare la sua mamma in ospedale, in attesa di riaverla a casa. Un desiderio di tutta la famiglia segnata per sempre da quel tragico incidente. «Sarà un Natale diverso», sospira Alessia, consapevole che nulla potrà tornare uguale all’istante prima di quel disastroso impatto. Ma il desiderio di potere riavere Valentina a casa non è più il sogno impossibile che sembrava le prime settimana dopo l’incidente: oggi è una speranza concreta, l’unica vera condizione per ricominciare davvero e tentare di lasciarsi alle spalle un anno tragico. «Anche se quello che ci ha colpiti non potrà mai essere cancellato», ammette.

All’indomani dell’incidete un’ondata di commozione ha travolto Valentina e Fatima. Tutta la Calabria si è unita in preghiera per mamma e figlia. Per quella ragazza esuberante che si sarebbe dovuta sposare qualche giorno dopo. «Proprio ieri - confida Alessia- mi ha videochiamata: “Ale dobbiamo scrivere gli inviti per il mio matrimonio”, mi ha detto con voce emozionata». Valentina non ricorda che quegli inviti li aveva già scritti e non ricorda neppure che il giorno del matrimonio è passato. «Spero di potere riscrivere quegli inviti insieme a lei per un’altra data, spero che Valentina possa tornare alla sua vita normale. La sua rinascita e anche la nostra, di tutti coloro che le vogliono bene», ripete Alessia, che ringrazia tutte le persone che in questi mesi hanno fatto sentire forte l’affetto e la vicinanza. «Quando Vale starà meglio le farò leggere tutti i messaggi e lei si emozionerà». Domani. Quando starà meglio. Quando tutto potrà ricominciare. E una mamma, il suo compagno e la loro bambina potranno finalmente scacciare via l’incubo che ancora toglie colore alle loro vite.