INTERVISTA | È un farmaco simile a quelli tradizionali efficace al 90% dopo una duplice somministrazione da effettuarsi l'una a distanza di 21 giorni dall'altra
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Avvio timido delle somministrazioni di prime dosi del Novavax, quinta tipologia di farmaco diffuso in Italia per la prevenzione del Covid. Si aggiunge a Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson, impiegati dall’avvio della campagna di prevenzione. Per la provincia di Cosenza, attualmente è disponibile nel centro allestito al Palazzetto delle Associazioni di Via degli Stadi.
L'alternativa ai vaccini mRNA
Si tratta di un prodotto alternativo a Pfizer e Moderna, poiché opera attraverso una tecnologia del tutto simile a quella dei vaccini tradizionali. «La concezione è quella classica – spiega Martino Rizzo, direttore dell’unità di igiene e sanità pubblica dell’Asp di Cosenza – Viene iniettata una parte della proteina esterna del coronavirus con la quale si va a stimolare il sistema immunitario affinché produca i relativi anticorpi. La proteina è purificata e prodotta con il sistema del Dna ricombinante, ovvero copiata dal virus originale».
Sistema collaudato
«Il medesimo principio è applicato, per esempio, al vaccino contro l’epatite B introdotto ormai da trent’anni, dal 1992. Tutti i soggetti under 18 possono ricevere il Novavax. Puntiamo a convincere a sottoporsi al trattamento tutte quelle persone che avevano remore nel farsi iniettare i vaccini a mRNA messaggero».
Immunità dopo due dosi
Anche per il Novavax occorrono due dosi da praticare l’una a distanza di 21 giorni dall’altra. L’immunità, dicono gli studi scientifici condotti a livello internazionale, dovrebbe comparire dopo sette giorni dalla seconda dose con una efficacia stimata del novanta percento.