La Regione per le categorie non a rischio ne ha comprati «solo 8mila che sono esigui vista la richiesta che arriva dai territori». 3mila dosi sono ferme nei depositivi in attesa di essere distribuite
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Vaccino antinfluenza? Fortunato chi è riuscito a trovarlo. Nelle farmacie del territorio regionale ne sono arrivati ben pochi per le categorie considerate non a rischio. Ne sono stati acquistati non in numero sufficiente soprattutto alla luce della stagione influenzale alle porte nel mezzo di una pandemia da Coronavirus che per alcuni sintomi potrebbe essere simile a quella dei malanni di stagione. Così in tanti si rivolgono alle farmacie per mettersi al riparo dal rischio influenza. Ma i vaccini non si trovano. La Regione Calabria per le categorie non a rischio ne ha comprati «solo 8.000 che sono già esigue per il fabbisogno e la richiesta che arriva dai territori» racconta Luigi Filpo, farmacista di Castrovillari, e di questi solo 5000 sono stati ditribuiti.
Vaccini introvabili
La prima ed unica consegna è avvenuta il 16 novembre scorso con una «confezione da 10 fiale» per ogni farmacia. A Castrovillari, con una popolazione di 21mila abitanti circa, ne sono arrivate una sessantina. Da allora nulla più, mentre al banco in decine e decine di cittadini chiedono di poterne acquistare una dose al costo di 10 euro (di cui 6,26 euro vengono restituite alla Regione Calabria che le ha acquistate, 0,96€ sono riconosciute al deposito capofila che si occupa dello stoccaggio e distribuzione, le restanti 2,27€ le trattiene la farmacia) ma non ce ne sono. Il vaccino per le fasce non protette si acquista sempre dietro presentazione di ricetta dematrializzata prescritta dal medico di base. Quasi tremila dosi «non si capisce perchè sono ancora ferme nel deposito capofila per la regione a Falerna pronte per essere utilizzate, nonostante la richiesta sia enorme in tutte le farmacie della regione».
Uno stallo che si protrae da giorni
I farmacisti facendo i dovuti solleciti e rilanciando le continue richieste dei propri clienti si sono sentiti rispondere che il deposito «attende indicazioni da parte del responsabile del servizio regionale Dpc (distribuzione per conto)» chiamato a dare indicazioni, sulla base dell'utenza delle farmacie territoriali, della ulteriore distribuzione dei rimanenti vaccini. Uno stallo che si protrae da giorni mentre la stagione influenzale è sempre più vicina ed i cittadini già preoccupati per il Covid tentano di mettersi al riparo almeno dal rischio di contrarre la febbre. Una situazione che «ci lascia disorientati» aggiunge il dottore Filpo anche quando nelle farmacie si vedono arrivare molti ultrasessantenni o appartenenti a categorie a rischio che richiedono il vaccino. Segno che «molti medici di base sono rimasti sforniti di vaccino o ne hanno ricevuti in numero inferiore a quanto richiesti per i propri mutuati» che oggi si riversano in farmacia dove in realtà dovrebbe arrivare l'utenza delle categorie considerate non a rischio. Una mancanza non certo dovuta alla negligenza dei medici di base che hanno l’interesse a preservare la salute dei propri mutuati a rischio e che, inoltre, percepiscono su ogni vaccino praticato ai pazienti circa 6,80€.
Tremila dosi ferme in deposito
Qualcosa dunque nella filiera regionale non ha funzionato alla perfezione, però ora è necessario che le tremila dosi «rimanenti - aggiunge il farmacista castrovillarese - devono essere distribuite alle farmacie in maniera tale da riuscire a tamponare la pressante richiesta dei cittadini». Senza contare che proprio in virtù del prossimo vaccino Covid i farmacisti hanno affrontato, in questi mesi, una formazione di quaranta ore per poter effettuare la somministrazione dei vaccini in farmacia come già avviene in altri paesi europei.
Corso che non si è concluso solo nella parte pratica per l'arrivo della seconda ondata di emergenza sanitaria che non ha permesso lo svolgimento delle ultime ore di lezione in presenza a Cosenza. Ma il corso promosso da Federfarma e Utifarm ha già visto l'accrediamento dei punteggi ecm per coloro che vi hanno preso parte. «Va sollecitata la richiesta velocissima di queste dosi rimaste nel centro di stoccaggio regionale» ma soprattutto «non ci si può trincerare dietro il fatto che le aziende hanno prodotto pochi vaccini. Non può essere questa la motivazione resa ai cittadini che aspettano ed hanno diritto di vaccinarsi».