I presidenti dei cinque ordini dei medici provinciali rispondono alle affermazioni del commissario alla sanità, secondo cui la bassa percentuale di dosi somministrate è da ascrivere alla poca adesione tra il personale medico
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Secondo i dati forniti dal Governo, la Calabria è tra le ultime regioni per la percentuale di dosi di vaccino anti Covid somministrate. Un dato che al commissario ad acta Guida Longo, però, non risulta. «Io questi dati non li ho», ha detto ieri ai microfoni di Radio Capital. «Non mi risulta che le vaccinazioni in Calabria vadano a rilento». Le dosi ci sono, ha spiegato, e il personale che vaccina pura. Colpa dunque di una bassa adesione tra il personale medico a sottoporsi alla somministrazione? «Evidentemente sì», ha affermato Longo, per il semplice fatto che «il vaccino non è obbligatorio, è facoltativo, per chi se lo vuole fare».
Affermazioni che hanno scatenato la reazione dei medici calabresi, che non ci stanno ad essere individuati come la causa dei bassi numeri che relegano la regione agli ultimi posti circa la campagna di vaccinazione, che altrove è stata avviata e prosegue a pieno ritmo. In una nota congiunta, i presidenti dei cinque ordini provinciali dei medici esprimono «stupore e rammarico» per le affermazioni di Longo, ritenute «infondate» e soprattutto «offensive per una categoria che fin dall’inizio della pandemia è stata ed è in prima fila nella lotta al virus – scrivono -, adoperandosi con coraggio, abnegazione e spirito di sacrificio, anche mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica (non le saranno sfuggiti i tanti colleghi morti nell’adempimento del proprio dovere)».
I firmatari della nota – Vincenzo Ciconte per l’Ordine di Catanzaro, Enrico Ciliberto per quello di Crotone, Eugenio Corcioni per Cosenza, Antonino Maglia per Vibo Valentia e Pasquale Veneziano per Reggio Calabria – sottolineano anzi che «la Categoria si è resa oltremodo disponibile a proporsi da medici vaccinatori in modo da poter eseguire postazioni vaccinali ulteriori per tutti gli iscritti agli ordini (libero professionisti, medici ed odontoiatri ecc). Tutto ciò, nonostante le “inefficienze” (ad essere buoni) del SSR e l’incapacità dei suoi vertici di assicurare ai calabresi i dovuti servizi essenziali, mettendo a disposizione degli operatori strutture ed organigrammi adeguati e sufficienti. A questo proposito è di oggi la notizia che la Calabria continua ad essere ultima tra le Regioni per i LEA assicurati ai propri cittadini. LEA che, addirittura, risultano in decremento rispetto all’ultima rilevazione».
E ancora: «Crediamo che di questo Ella si debba prioritariamente preoccupare, unitamente a vigilare e usare i Suoi poteri per efficientare le strutture e i servizi necessarie ad affrontare la crisi epidemica in corso, come ci si aspetta da una Regione di una grande democrazia Europea e come i medici e cittadini calabresi meritano ed hanno diritto». Dunque, l’invito a Longo a ritirare o rettificare le sue affermazioni e l’auspicio di incontrarlo per poter discutere delle «tante e gravi criticità che investono la sanità calabrese, con senso di responsabilità istituzionale - concludono - nella speranza di avviare una fattiva e proficua collaborazione».