L'Azienda sanitaria provinciale non ha un’idea ben precisa di quali siano le categorie inserite nel gruppo genericamente denominato “Altro” indicato sul portale governativo nel quale si tiene conto dei vaccini somministrati. E per quanto concerne la Calabria, il numero è particolarmente consistente. Il dato, aggiornato alle ore 12 di oggi 3 aprile, indica sotto questa voce 75.614 somministrazioni, pari al 26,72 percento del totale, attestato a quota 283 mila.

I conti non tornano

Apparentemente potrebbe rappresentare la spia di una diffusa somministrazione a soggetti non aventi, in questa fase, diritto di precedenza. Sotto la voce "over 80" sono invece conteggiate poco più di 77mila somministrazioni. Il numero tuttavia, è sensibilmente inferiore a quello indicato dal medesimo portale, nel riepilogo per fasce d’età dove invece sono annotate nel complesso, 101.399 iniezioni a beneficio di persone con più di ottanta anni di età.

Valutazioni incerte

Tale discrasia potrebbe essere in parte attribuita al fatto che una parte degli ottuagenari, potrebbe essere stata catalogata non come over 80 ma come ospite di struttura residenziale, categoria in cui figurano in Calabria 19.524 inoculazioni. L’incertezza comunque, suggerisce una certa prudenza nelle valutazioni.

Screening di approfondimento

Per questo l’Asp di Cosenza, insieme alla Protezione Civile, ha attivato uno screening di controllo per capire se vi siano state somministrazioni anomale, se qualcuno sia stato vaccinato senza averne diritto. Insomma se qualcuno ha saltato la fila a scapito di soggetti con priorità. «I furbetti non ci piacciono – ha detto Martino Rizzo, direttore sanitario dell’Ente – E però è necesario operare un approfondimento prima di lanciare accuse», ribadisce.

Chi si nasconde nella categoria Altro

«Intanto, poiché vengono classificate come “Altro” tutte le categorie non rientranti tra quelle specificate (Over 80, Forze Armate, Personale scolastico, Oss, Personale non sanitario di strutture mediche, Ospiti di strutture residenziali) devo presumere – considera Martino Rizzo – che finiscano in questo calderone anche pazienti fragili e vulnerabili. Poi penso a tutti i servizi connessi alle strutture ospedaliere e sanitaria». Si tratta tra l’altro degli addetti alle pulizie, al servizio mensa, al trasporto di apparecchiature medicali o dell’ossigeno. E pure degli addetti alle manutenzioni, per esempio di impianti elettrici o degli ascensori di Rsa e case di cura «E poi – aggiunge il ds dell’Asp – ritengo anche biologi e farmacisti».

Il dilemma delle associazioni

Nella categoria “Altro” sarebbero finiti anche componenti del mondo del volontariato, come gli autisti delle ambulanze facenti capo ad associazioni operanti in convenzione con la sanità territoriale. E poi i membri delle associazioni di protezione civile e similari impiegati per l’accoglienza e l’ordine pubblico nei centri vaccinali. «Ci sono anche i soggetti dei servizi essenziali – ribadisce Martino Rizzo - Ovviamente abbiamo attivato dei controlli. Perché tutti abbiamo diritto al vaccino, tutti lo avremo nei tempi previsti dalle indicazioni ministeriali».