Fit e Cfu. Sono le due sigle maledette dagli studenti dell’università della Calabria. Acronimi di Formazione Iniziale e Tirocinio e di Crediti Formativi Universitari. Di Cfu ne servono 24 per poter accedere al percorso Fit e al prossimo concorso ministeriale per l’insegnamento nelle scuole pubbliche, da conseguire in almeno tre dei quattro ambiti previsti da uno dei decreti attuativi della legge sulla buona scuola.

Ampliate le competenze per accedere all’insegnamento

Chi aspira ad una cattedra quindi, oltre alle competenze nell’ambito della materia di insegnamento, dovrà dimostrare anche di aver seguito uno specifico percorso formativo nei settori antropologici, psico-pedagogici e delle metodologie didattiche. Per consentire agli aspiranti docenti di acquisire questi crediti le università italiane hanno organizzato appositi corsi. A pagamento naturalmente. All’ateneo di Arcavacata vengono erogati dietro il versamento di una quota di 120 euro per il certificato di convalida oltre ad un corrispettivo di 15 euro per ogni credito erogato, per una spesa complessiva che non può per legge, superare i 500 euro.

La mancata convalida di crediti già acquisiti

Il problema è che l’Unical, in nome dell’autonomia concessa dal ministero, ha deciso di riconoscere solo in parte, o di non riconoscere affatto, i crediti di alcuni esami già sostenuti all’interno dei corsi di laurea. Per cui, in sostanza, buona parte di laureati e laureandi nelle materie umanistiche, si ritrovano a dover necessariamente integrare la formazione già acquisita seguendo corsi a pagamento, fotocopia di quelli già frequentati durante la loro esperienza accademica.

Poco chiari i criteri di convalida

Gli aspiranti docenti si sentono come in trappola: se si fossero rivolti ad altre università i loro crediti sarebbero stati riconosciuti per intero. Avrebbero voluto poter scegliere, ma solo dopo la chiusura dei termini di presentazione delle istanze si è appreso che la Commissione di Ateneo, presieduta dal delegato alla didattica, professor Francesco Scarcello e composta dai direttori di dipartimento, Roberto Guarasci, Raffaele Perrelli e Nicola Leone, avrebbe convalidato solo in minima parte i crediti accumulati nel corso della carriera universitaria. Per questo hanno vivacemente protestato davanti la sede del rettorato, ottenendo l’impegno da parte del rettore Crisci, della convalida di 6 cfu per ogni ambito previso dal decreto ministeriale.

Tempi lunghi per le valutazioni

Molti studenti, non avendo alcuna certezza sul numero di crediti che gli saranno convalidati, sono orientati a seguire comunque tutti i corsi, al termine dei quali verseranno la somma necessaria ad ottenere i Cfu necessari ad arrivare a quota 24. Il professor Raffaele Perrelli, direttore del dipartimento di studi umanistici, prova a dipanare la matassa.

Ecco cosa ha dichiarato ai nostri microfoni.