L’esiguità delle risorse ottenute dalla Provincia per la manutenzione di rete viaria e scuole mette in luce una situazione finanziaria ancora drammatica. Dal 2013 non viene approvato il bilancio perché il pareggio resta una chimera
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Una zavorra di 12 milioni di euro. A tanto ammonta il disavanzo della Provincia di Vibo Valentia, almeno secondo quanto certificato dal verbale di chiusura dell’anno finanziario alla data del 31 dicembre del 2017. I dati del 2018 non sono ancora stati resi noti, ma è presumibile aspettarsi un leggero miglioramento nei conti nell’ordine di uno o due milioni di euro. Toppo poco, comunque, per consentire all’Ente di contrada Bitonto di approvare un bilancio con tutti i crismi (quello citato è, appunto, solo un verbale dell’attività contabile) e tentare di rimettersi in marcia.
Da 5 anni il bilancio non viene approvato
Bilancio che non viene approvato dal 2013, anno in cui l’Ente fu commissariato e venne dichiarato il dissesto a causa di un disavanzo che allora sfiorava i 20 milioni di euro.
Finché non ci saranno risorse sufficienti per portare in pareggio i conti, la situazione finanziaria dell’ente non cambierà di molto. E di conseguenza non cambierà la sua reale capacità di intervenire efficacemente per garantire strade e scuole migliori.
Nel corso degli ultimi 5 anni la Provincia ci ha pure provato a farsi approvare i bilanci dal ministero dell’Interno, a cui spetta la valutazione finale. È accaduto due volte. Il primo tentativo fu fatto dal commissario Mario Ciclosi, che alla guida dell’Ente ci è stato per due anni, dal 2012 al 2014. Tentativo che fallì proprio per l’impossibilità di appianare i conti.
La seconda volta, durante la presidenza di Andrea Niglia, non andò meglio. In quel caso il Viminale neppure si prese la briga di rispondere e rigettare ufficialmente la richiesta di approvazione dei conti, perché nel documento contabile inviato da Vibo era scritto nero su bianco che le risorse disponibili non bastavano comunque a raggiungere il pareggio.
Il limbo della riforma Delrio
La riforma Delrio era da poco entrata in vigore e le Province, ormai depotenziate ma non del tutto eliminate, finirono in uno strano limbo legislativo che aggravò la sorte delle più piccole. Da allora il ministero è silente e da Vibo hanno preferito non riprovarci a presentare un nuovo bilancio. In teoria, la mancata presentazione e approvazione del consuntivo dovrebbe determinare il commissariamento dell’Ente, ma proprio la confusione normativa seguita alla riforma dell’era Renzi, rimasta nel guado, ha evitato sinora la caduta degli organi eletti e l’arrivo di un nuovo commissario.
Solo le briciole
Il dissesto e la mancanza di un bilancio consuntivo, hanno determinato però anche l’ultima débâcle, cioè lo stanziamento statale di appena 300mila euro annui per la manutenzione di scuole e strade fino al 2033. Come abbiamo già spiegato qui, due sono stati i criteri utilizzati per quantificare le risorse da destinare alle Province italiane: la riduzione della spesa per la manutenzione di strade e scuole fatta registrare nel 2017 e il taglio complessivo dei costi effettuato nel triennio 2015-2017 (spending review).
La Provincia di Vibo ha mancato entrambi i parametri, sia perché non ha un bilancio consuntivo riferito al 2017 con il quale dimostrare un’eventuale diminuzione della spesa per strade e scuole, ma anche e soprattutto perché non ha mai partecipato al piano di riduzione della spesa corrente, la spending review appunto, semplicemente perché allora era già oberata di debiti e non c’era nulla da tagliare.
Nessuna ingiustizia
È così spiegato perché la Provincia di Caserta, che come quella di Vibo non approvò il bilancio consuntivo 2017, ha comunque potuto beneficiare di uno stanziamento di 5,7 milioni di euro l’anno per rete viaria e infrastrutture scolastiche. Il motivo è semplice: a differenza di Vibo, Caserta ha soddisfatto almeno uno dei due criteri utilizzati per accedere ai fondi, avendo effettuato nel triennio 2015-2017 un taglio della spesa corrente per oltre 41 milioni di euro. Oggi, quindi, può vedere una parte di quei soldi tornare nelle sue casse, mentre il territorio vibonese dovrà farsi bastare quel contentino di 300mila euro. Certo, poi c'è la politica, che potrebbe e dovrebbe fare la sua parte... ma questa è un'altra storia.
Enrico De Girolamo
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