Dopo le recenti disposizioni dell’amministrazione di Tropea il Comune di Parghelia ha emesso un nuovo provvedimento contro chi darà da mangiare ai pennuti
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Nei Comuni della Costa degli dei è ormai un rincorrersi a chi emette l’ordinanza più “particolare”. Dopo le recenti disposizioni del sindaco di Tropea che vietano l’«utilizzo di acqua nei portafiori, nonché di fiori freschi» al cimitero perché «potenziale causa di inquinamento» e impongono di non «circolare o sostare a torso nudo», o anche solo «in costume da bagno», oppure «scalzi» nel centro cittadino, arriva adesso quella del primo cittadino di Parghelia, Antonio Landro, contro… i piccioni.
L’ordinanza n. 16 vieta infatti di «somministrare mangimi e/o abbandonare sul territorio comunale scarti alimentari di qualsiasi tipo, che possano incrementare le colonie di piccioni, nonché favorire il fenomeno dilagante della presenza di cinghiali selvatici». Tutto questo per «tutelare l’igiene pubblica e il decoro urbano e salvaguardare la salute degli uccelli selvatici». Multe salatissime per chiunque trasgredirà: dalle 25 alle 500 euro.
Un problema, quello dei cinghiali, che in effetti colpisce l’intera Calabria, dove si conta una popolazione di oltre 300mila esemplari. Sul censimento dei volatili, però, dobbiamo ammettere di essere un po’ impreparati. Sebbene non manchino in ogni centro, nel Vibonese non era mai sembrato un problema di rilevanza tale da emettere un’apposita ordinanza. Ma, a quanto pare, nella cittadina confinante con Tropea è una criticità molto sentita.
Anche la piccola Parghelia segue quindi la scia dei grandi comuni - dove i pennuti sono motivo di importanti esborsi per ripulire edifici e monumenti dagli escrementi e possibili veicoli di malattie - e lo fa inserendosi in questo nuovo filone delle ordinanze sui generis, in attesa di scoprire il prossimo provvedimento cui spetterà il titolo di “Decreto dell’estate”.