Introdurre canali diversificati di ingresso nel nostro Paese per lavoro, regolarizzare sulla base di valutazioni individuali gli stranieri già radicati nel territorio. E poi ancora, favorire misure per l'inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, rendere effettiva la partecipazione alla vita democratica per chi vive in Italia da più di cinque anni concedendo il voto amministrativo e l'abolire il reato di clandestinità. Una sfida contro il tempo e una corsa verso l’integrazione passando per il canale dell’occupazione. Mira a questo la proposta di legge intitolata “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”.

Al via la campagna "Ero straniero - L'umanità che fa bene"

Le lancette dell’orologio per la raccolta delle adesioni stanno però per terminare i loro giri. Rimane tempo fino al primo ottobre per cercare di toccare il tetto delle 50 mila firme. Ecco perché nasce la campagna “#EROSTRANIERO - L´UMANITÀ CHE FA BENE” portata avanti in Calabria da Comitato Nazionale Comunità Accoglienza Calabria (Cnca) con il sostegno di diverse realtà tra cui la Comunità Progetto Sud.

 

Si tratta di una legge che incide sia sugli gli italiani che sugli stranieri – sottolinea Panizza – sono tanti coloro che vengono in Italia per studiare o per lavorare. Questa legge costituisce un passo in avanti per l’umanità. Che la gente studi e lavoro è un arricchimento. Se gli stranieri lavorano nelle nostre ditte producono, tanto è vero che i titolari tendono a volere che questi rimangano”.

 

Il lavoro viene dunque pensato come strumento di integrazione superando la Bossi-Fini e risolvendo le situazioni di irregolarità che vengono a crearsi per quei migranti che, seppure studiano e lavorano in Italia, rischiano di passare dallo status di soggiornanti a quello di clandestini, con una totale inversione dei termini tra ciò che dice un pezzo di carta e quello che è il loro ruolo all’interno del Paese. Per aderire alla campagna e firmare ci si può recare presso gli uffici anagrafe dei diversi comuni calabresi e chiedere di aderire alla campagna “Ero straniero”.


Tiziana Bagnato