A Pizzo, nei pressi della suggestiva caletta della Seggiola, il distacco di una larga porzione della parete di arenaria avvenuto nei primi mesi di quest’anno, ha fatto riaffiorare alla luce i resti fossili di un cetaceo antico almeno di 7 milioni di anni.


La scoperta - di cui parla oggi il Quotidiano del Sud - è avvenuta grazie all’occhio attento di Mingo Prostamo, appassionato ricercatore storico di Briatico. Intuendo l’importanza della scoperta, l’accorto osservatore ha interessato gli organi competenti. Giuseppe Carone, esperto paleontologo, ha riconosciuto nel reperto affiorato i resti fossili di un cetaceo riferibile al Tortoniano, il quinto dei sei stadi stratigrafici in cui è suddiviso il Miocene e che delimita il periodo che va dagli 11 ai 7 milioni di anni fa.

 

Questo a ulteriore conferma che la roccia su cui sorge Pizzo deriva dalla sedimentazione di resti di organismi viventi, gusci o scheletri, mentre spesso questo tipo di arenaria viene erroneamente confusa con il tufo, che invece è di origine vulcanica. Gli organismi che costituiscono le rocce organogene sono soprattutto molluschi, spugne, coralli, alghe unicellulari, i cui gusci e scheletri, dopo la loro morte, si accumulano sui fondali marini in quantità cospicue, dando origine alle rocce organogene.

Ora, non rimane di capire se e come recuperare l’antico fossile.