Il calabrese Francesco Brancato è uno dei soci di Globintech assieme l’ex capocentro dell’intelligence americana Gorelick e all’ex direttore dell’Aise Manenti. Ma non è soltanto il proprietario di una rivendita di sigarette. Lo dicono i suoi collaboratori: «È un professionista di altissimo livello» con «esperienza al ministero dell’Interno»
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Lo snodo di questa storia si chiama Globintech srl: sede a Milano e attività nel settore dell’intelligence e della ricerca di informazioni. Nel 2023 la società si è occupata di “corporate monitoring” per conto di Cassa depositi e prestiti. Un compito di indirizzo e monitoraggio sulle imprese italiane che potrebbero essere strategiche per il governo svolto in un raggruppamento temporaneo di imprese assieme a Hermes Bay srl e Tf Group srl.
Due dei tre soci di Globintech sono ex agenti segreti: Robert Gorelick è un generale statunitense ed ex capocentro della Cia in Italia, Alberto Manenti è stato dal 2014 al 2018 direttore dell’Aise, servizio d’intelligence italiano per le operazioni all’estero. A ciascuno va il 33,3% delle quote. Il terzo socio, con lo stesso capitale, è Francesco Brancato, 55enne di Palmi. Dalle informazioni che si possono rintracciare su fonti aperte, Brancato non ha nulla a che fare con i servizi segreti: è proprietario dal 2010 di una rivendita di tabacchi a Palmi. Un tabaccaio e due spie a capo di un progetto di intelligence economica sulle imprese italiane. E proprio di intelligence economica si occupa Globintech.
La start-up padovana che scova le infiltrazioni mafiose
Un terzo del capitale sociale, come dicevamo, è riconducibile a Brancato attraverso la Recon srl, società controllata dal calabrese e da Jacopo Berti, già figura di spicco del Movimento 5Stelle in Veneto e candidato alla presidenza della Regione contro il leghista Luca Zaia. Recon ha sede allo stesso indirizzo di Globintech e Berti, pur detentore di una piccola quota, ha un ruolo importante nel progetto. Come tanti nei Cinquestelle non è un politico puro ma un ricercatore. Ha fondato nel 2019 una start-up innovativa, la Rozes srl, che “nasce” all’Università di Padova e ha sviluppato un algoritmo avanzato per analizzare i bilanci delle società e scovare infiltrazioni mafiose o spie che possano segnalare attività di riciclaggio. Il know-how sviluppato da Rozes è centrale in un sistema di monitoraggio dei processi societari e si sposa con l’accordo stretto da Globintech e Cassa depositi e prestiti dopo l’aggiudicazione della gara d’appalto per 840mila euro.
I protagonisti dell’intreccio ci sono tutti e a un primo sguardo l’uomo del mistero sembra proprio il calabrese Brancato. È Berti, in alcune interviste rese nei giorni scorsi, a spiegare – pur senza entrare troppo nei dettagli – che derubricare Brancato a tabaccaio è semplicistico: «È un professionista di altissimo livello – sono le sue parole a Padova Oggi –. Le loro attività sono di corporate intelligence, che vuol dire preparare relazioni geopolitiche. Forniscono informazioni su opportunità e rischi rispetto a quelli che sono gli scenari internazionali dove magari una società vuole investire». Insomma, se Brancato è un tabaccaio «allora anche io sono un maestro di sci», scherza Berti ricordando la definizione che davano di lui i suoi avversari politici quando è stato eletto nel consiglio regionale del Veneto.
Il socio del calabrese Brancato: «Tabaccaio? Macché, è un professionista riconosciuto»
«Forse la sua famiglia ha un tabacchino – continua – ma stiamo parlando di un professionista riconosciuto. Il rapporto con lui nasce perché loro inizialmente erano nostri clienti (della start-up che ha sviluppato l’algoritmo per scovare infiltrazioni mafiose nelle aziende, ndr), compravano i nostri servizi per fare attività di due diligence. A un certo punto esce un socio e rimane vacante il 5% che hanno fatto loro diventando soci senza ruoli operativi. Hanno investito sul progetto, partecipano al capitale sociale, per loro è un investimento che nasce naturalmente anche da una sinergia. Io l’ho conosciuto che faceva già questo lavoro».
Come si arrivi all’ex capocentro della Cia in Italia è un’altra storia che le interviste di Berti non chiariscono. Se sia stato Brancato a introdurre Gorelick nei rapporti societari il ricercatore «non sa dirlo».
«Brancato ha fatto esperienza al ministero dell'Interno»
Today.it per primo, con un’inchiesta di Fabrizio Gatti, si è occupato della storia e di provare a tracciare un profilo del tabaccaio calabrese che, in realtà, è un esperto di intelligence. Lo ha fatto sentendo Samuel Campanella, uno degli amministratori di Recon, azienda nata «per un desiderio del dottor Brancato di aprire una società che facesse servizi di business-intelligence». Quelli con Gorelick e Manenti sarebbero, secondo le poche informazioni fornite dal manager, rapporti tenuti dallo stesso Brancato il cui passato viene parzialmente illuminato da today.it attraverso le parole di Campanella: «Essendo una figura che conosco da tempo, so che ha fatto esperienza nel ministero dell'Interno. Le nostre strade si sono incontrate in Inghilterra a Manchester, durante il master in università. Ma lui non c'entrava con il percorso accademico».
Di certo c’è che Brancato e i suoi soci hanno effettuato per un anno attività di monitoraggio delle imprese per conto di Cassa depositi e prestiti con la collaborazione di una start-up che è riuscita a trovare il modo di misurare con la tecnologia il rischio mafioso. «Qui dentro – spiega Berti – è tutto permesso da licenze ufficiali, da norme, è tutto specchiato». Di sicuro serve il massimo della discrezione e «quando si entra in un mondo in cui si va cercare lo sporco, è ovvio che ci si incrocia con chi fa lo stesso. E si entra in contatto col mondo dell’anti riciclaggio, dell’anti frode. È ovvio che un prodotto studiato per cercare la criminalità va in mano a chi ne ha bisogno». Insomma, il prodotto serve ad agenzie e player interessati a intercettare i rischi di infiltrazioni criminali. Ci si muove in un contesto in cui i servizi segreti non sono una presenza insolita. Report, informazioni, analisi dei dati e utilizzo dell’Intelligenza artificiale sono le nuove frontiere. Meno suggestive dei romanzi di Ian Fleming ma forse più strategiche per gli assetti geopolitici globali. Altro che sigarette.