«Con un legno sono riuscito ad arrivare sulla spiaggia in un quarto d'ora. Sulla spiaggia non c'erano soccorsi, sono arrivati dopo, dopo circa un'ora: avevano una divisa blu». Lo ha detto oggi H. N., un giovane migrante sopravvissuto al naufragio di Steccato di Cutro, nell'incidente probatorio al Tribunale dei minori di Catanzaro nell’ambito del procedimento a carico del 17enne pachistano indagato quale presunto scafista dell'imbarcazione affondata nelle acque dello Jonio il 26 febbraio scorso.

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A essere ascoltati dal gip minorile di Catanzaro oltre a H. N. sono stati altri tre superstiti, tutti pachistani: A. S., S. M. S. e K. K.. I testimoni hanno raccontato i vari momenti del viaggio sul caicco poi naufragato.

«Il mare ha cominciato ad agitarsi dopo 3 giorni, e la barca è affondata in 3-4 minuti dopo l'urto», ha riferito A. S., mentre S. M. S. ha detto di «essere arrivato sulla spiaggia aiutandomi con un legno, ci ho messo 15-20 minuti. Nessuno mi ha aiutato: ho visto, dopo qualche minuto, solo l'ambulanza».

Del quarto sopravvissuto ascoltato oggi davanti al Gip minorile di Catanzaro invece è stato acquisito il verbale delle dichiarazioni già rese alla Guardia di Finanza di Crotone all'indomani del naufragio. L'incidente probatorio al Tribunale dei minori di Catanzaro si concluderà domani con le testimonianze di altri tre superstiti, poi dal 5 aprile partirà a Crotone l'incidente probatorio del procedimento a carico degli altri presunti scafisti dell'imbarcazione naufragata nel mare cutrese.