La giovane mamma e i due piccoli Cristian e Nicolò inghiottiti da un'ondata del fiume Cantagalli sono stati ricordati oggi durante una messa celebrata proprio sul luogo della tragedia. Tanti i presenti ma poche le autorità
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«Non è cambiato nulla per me da quel giorno, il dolore è sempre lo stesso». Così Angelo Frijia si racconta a margine della messa di commemorazione di quella che diventata tristemente nota come la tragedia di San Pietro Lametino in cui perse la giovane moglie Stefania Signore e i figli Cristian e Nicolò. «Attendo ancora risposte» - ha dichiarto ancora papà Angelo che in un anno ha dimostrato tanta forza e coraggio. A celebrare questo pomeriggio la santa messa è stato don Antonio Stranges, vicario foraneo della diocesi di Lamezia Terme proprio sulla strada maledetta che nella tarda serata del quattro ottobre 2018 inghiottì mamma Stefania e i suoi bambini.
Poche le autorità presenti ad eccezione di qualche sindaco del comprensorio e dell'ex capo della Protezione civile Carlo Tansi che lavorò incessamente in quei giorni frenetici, quelli, in particolare, della ricerca del piccolo Nicolò, disperso per una settimana. Per Tansi ci sono forti responsabilità legate al dissesto idrogeologico ma il ricercatore, ora candidato alla Regione, ha anche annunciato che a breve dovrebbero arrivare novità in merito all’indagine per omicidio plurimo colposo.
Per esaudire il desiderio di papà Angelo in tanti hanno portato un palloncino bianco da lanciare in cielo con un messaggio per i tre angeli.
Il comune di Falerna ha consegnato tramite il proprio delegato Riccardo Floro una targa al padre di Stefania Signore.