VIDEO | Il 19enne assassinato a Soriano nell'ottobre 2012 trascorreva giornate intere nel campo di calcio che oggi porta il suo nome e che ieri ha ospitato il memorial a lui dedicato
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Un memorial per ricordare Filippo Ceravolo, il diciannovenne di Soriano, nel Vibonese, ucciso per errore in un agguato di ‘ndrangheta il 25 ottobre 2012. Nel giorno del suo compleanno, papà Martino ha voluto organizzare un torneo di calcetto a Gerocarne, sullo stesso rettangolo di gioco sul quale Filippo trascorreva i suoi pomeriggi. Un campo di calcio che oggi porta il suo nome e che ieri ha ospitato il memorial a lui dedicato. In via Michele Bianchi centinaia di studenti, autorità e gente comune che si sono stretti attorno alla famiglia di Filippo che da dodici anni attende giustizia.
Presente anche il sindaco di Gerocarne Pasquale Vivona, amico, compagno di scuola e di giochi di Filippo. Stessa età. Stesso giorno di nascita. «Ricordo il sorriso di Filippo, la sua gioia di vivere, il suo altruismo», dice commosso il primo cittadino. E c’è papà Martino. Lui che da anni si batte per quel figlio strappato alla vita. «Chiediamo che gli assassini di mio figlio vengano assicurati alla giustizia», dice ai microfoni di Lacnews24. Lo ripete anche agli studenti: «Abbiamo affidato nostro figlio a Gesù e alla giustizia».
Vittima innocente di mafia che richiama Francesco Vangeli, scomparso nel nulla la notte tra l’8 e il 9 ottobre del 2018.
Una storia straziante che mamma Elsa Tavella racconta agli studenti: «Sono cinque anni che mio figlio è scomparso. Il suo corpo non è mai stato trovato. Mio figlio merita una degna sepoltura. Sono stanca», ripete «stanca di aspettare». Poi racconta di quella bambina il cui padre potrebbe essere Francesco. Sarebbe proprio in quella paternità contesa l’origine di questo ennesimo atroce caso di lupara bianca consumatosi nel Vibonese. «Attendiamo da anni l’esame del Dna per sapere se quella creatura ha il sangue di mio figlio. Voglio giustizia», implora mamma Elsa. Un grido di dolore e di aiuto che Libera accoglie: «La storia di Filippo è la storia di più dell’80% delle vittime innocenti delle mafie che ancora non hanno una verità giudiziaria. Il nostro auspicio – conclude Maria Joel Conocchiella, referente di Libera Vibo – è che presto i responsabili possano essere assicurati alla giustizia»