«Vorrei poter fare questo regalo a mia madre, farle sentire la vicinanza del figlio anche nel posto che da 35 anni ha scelto come meta per le vacanze estive. Vorrei far realizzare un murales sulla parete di una di queste case, tra le stradine che tutti giorni, d'estate, mamma Giuseppina percorre per andare a comprare il pane». Margherita Baccaro, turista campana in vacanza nella Riviera dei Cedri, ha un piccolo grande sogno e mentre lo rivela ha gli occhi lucidi e la voce strozzata dall'emozione. Vorrebbe vedere impresso su una parete di un'abitazione di Marcellina il volto del fratello, Giuseppe Baccaro, agente scelto della Polizia di Stato e vittima del dovere, barbaramente ucciso durante una rapina avvenuta a Castel Volturno, in provincia di Caserta. Il giovane, che aveva appena 24 anni, perse la vita nel tentativo di proteggere un'amica che in quel momento si trovava con lui. L'idea di un murale è venuta quando la sorella ha visto che la popolosa frazione di Santa Maria del Cedro, negli ultimi tempi, è stata benedetta dalla street art di Antonino Perrotta, in arte Attorrep, street artist calabrese di fama internazionale.

Il ricordo mai sbiadito

Margherita parla del fratello come fosse ancora accanto a lei, come se non se ne fosse mai andato, «mi manca tantissimo», e invece da quel tragico appuntamento col destino sono passati quasi quarant'anni. Giuseppe era andato a salutare i genitori a Capua perché si trovava in licenza. Tre giorni prima aveva partecipato a un concorso da vice ispettore che si era tenuto nella capitale.

«Quella mattina ero inspiegabilmente agitata», dice la donna, asciugandosi le lacrime. Era il 17 febbraio 1983 e il poliziotto, in servizio alla Digos della questura di Milano, stava percorrendo in auto la strada che costeggia il lungomare di Castel Volturno in compagnia di un'amica. All'improvviso tre persone incappucciate li raggiunsero e cominciarono a minacciarli brandendo un'arma. L'agente protesse l'amica facendo scudo con il proprio corpo e reagì estraendo la pistola d'ordinanza. Fu la sua condanna a morte. Uno dei malviventi sparò due colpi e lo freddò all'istante. L'amica, invece, non riportò nemmeno un graffio. Nel tempo a Giuseppe Baccaro sono state intitolate due strade in provincia di Caserta, una a Casapulla e l'altra a Capua, mentre sempre a Capua, un anno fa, gli è stata intitolata la sede del distaccamento della polizia stradale. All'entrata della caserma vi è il mezzo busto in bronzo che lo raffigura. Nel 2011, invece, l'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli conferì alla memoria la medaglia d'argento al merito civile, per aver salvato una donna «sacrificando la vita - così si legge nel documento - ai più nobili ideali di coraggio e di altruismo». La sua vicenda è raccontata anche in un libro di narrativa.

L'appello di Margherita

Ora Margherita chiede che suo fratello venga ricordato anche nel posto che è diventata la sua secondo casa. «La storia di mio fratello - dice - è anche un esempio di coraggio e legalità e, anche se lui non aveva mai trascorso le vacanze qui, credo che sia una bella idea e che i cittadini di Santa Maria del Cedro, in particolare quelli di Marcellina, la accolgano con il mio stesso entusiasmo». Bastano solo una parete su cui dipingere e un artista che dia disponibilità a dare forma al volto di Giuseppe. Margherita non ha fretta e attende fiduciosa.