Il fatto di sangue si è consumato nel gennaio del 2019 a Rossano. Diciotto anni di carcere all'esecutore materiale e nove a chi lo accompagnò in auto quella sera
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Omicidio Barbieri, all’esito dell’udienza celebratasi nella giornata di oggi la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati facendo quindi divenire definitiva la sentenza di secondo grado emessa nel dicembre 2021 dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. Diciotto anni al 29enne Cristian Filadoro e nove al 35enne Vincenzo Fornataro, questa la pronuncia dei giudici di secondo grado, che avevano rideterminato le pene e concesso alcune attenuanti rimodulando la sentenza di primo grado che all’esito del giudizio con il rito abbreviato aveva condannato i due, rispettivamente, a 30 anni e 16 anni.
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Il giovane Antonio Barbieri, rinvenuto gravemente ferito il 12 gennaio 2019 all’interno di una Mercedes in via Bruno Buozzi allo scalo di Rossano, morì quattro giorni dopo all’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza. Il personale del Commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano, che condusse le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, individuò immediatamente il motivo passionale e diede corso a serrate attività investigative stringendo il cerchio attorno agli imputati nel giro di pochi giorni.
Le parti civili sono difese dagli avvocati Ettore Zagarese, Francesco Nicoletti, Maria Teresa Zagarese. Per come statuito dalla sentenza di primo grado, emessa nel febbraio 2020, l’esecutore materiale sarebbe stato Cristian Filadoro (difeso dagli avvocati Giuseppe Bruno e Luca Marafioti) mentre concorrente - secondo la forma del concorso anomalo - nella commissione del grave gesto di sangue sarebbe stato Vincenzo Fornataro (difeso dall’avvocati Massimo Ruffo) per aver, quella sera, accompagnato con la propria macchina Filadoro dall’area urbana di Corigliano all’area urbana di Rossano.