Saranno rafforzate le misure di vigilanza per Francesco Vinci e Sara Scarpulla, genitori di Matteo, il biologo ucciso a Limbadi il 9 aprile 2018 con un’autobomba. È quanto disposto dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Vibo Valentia, presieduto dal prefetto Roberta Lulli. In particolare verrà utilizzato personale dell’Esercito impegnato nell’ambito dell’operazione Strade sicure. Non è rimasto inascoltato, dunque, l’appello lanciato nelle scorse settimane dai coniugi Vinci.

«Sono furibonda, è stato condannato a dieci anni ed ora torna a casa. Ma il mio Matteo non tornerà a casa». Queste le parole di Sara Scarpulla nel gennaio scorso alla notizia che Domenico Di Grillo, marito di Rosaria Mancuso, aveva lasciato il carcere per gli arresti domiciliari nella sua abitazione di via Valarioti, a poche decine di metri dalla stessa Sara e dal marito Francesco Vinci, sopravvissuto all’attentato del 9 aprile 2018. Lo scorso 14 dicembre, a tre anni e mezzo dall’attentato, la Corte d’Assise di Catanzaro presieduta dal giudice Alessandro Bravin ha condannato all’ergastolo, quali mandanti, Rosaria Mancuso ed il genero Vito Barbara, mentre Domenico Di Grillo è stato condannato a 10 anni per il concorso nel tentato omicidio, consumato nel 2017, di Francesco Vinci. Ora arriva quindi la decisione di rafforzare le misure di vigilanza nei confronti dei coniugi Vinci.