Il 20enne Francesco Schiattarelli era l'unico indiziato per l'omicidio di Francesco Augieri, accoltellato durante una rissa la sera del 22 agosto 2018 a Diamante. Il pm aveva chiesto l'ergastolo
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Finisce con una condanna a 16 anni di carcere in primo grado la vicenda giudiziaria sull'omicidio dello studente Francesco Augieri, il 23enne di Cosenza finito a coltellate la notte del 22 agosto 2018 a Diamante.
Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, che ha inflitto la pena all'unico indiziato, Francesco Schiattarelli, 20 anni, già detenuto nel carcere di Secondigliano.
Rinviato a giudizio, invece, Raffaele Criscuolo, il giornalista campano amico della vittima, accusato di aver provocato la rissa sfociata in tragedia. Per lui le accuse sono di concorso anomalo in omicidio.
Schiattarelli si è sempre dichiarato innocente
Il 20enne campano, pur ammettendo di aver preso parte alla rissa di quella notte, si è sempre dichiarato innocente. Si consegnò spontaneamente alle forze dell'ordine cinque giorni dopo l'omicidio. Alla rissa presero parte numerose persone, anche se nessuna di loro è riuscita a fornire in questi mesi elementi utili per fugare ogni dubbio sul terribile delitto.
La posizione di Francesco Schiattarelli fu messa in discussione anche dalla Suprema Corte che, interrogata dagli avvocati del giovane napoletano, nella primavera scorsa rispedì gli atti al Pm chiedendo di indagare a fondo e far emergere le reali responsabilità.
La rissa innescata da uno spintone
Alle 4 di notte del 22 agosto 2018 le urla di un uomo squarciano il silenzio nel cuore di Diamante. E' Francesco Augieri, studente di Biologia all'Unical, che cade a terra in una pozza di sangue davanti alla statua di Padre Pio, da cui pende il nome la piazzetta in cui si è consumata la tragedia.
Il 23enne è finito nella rissa per difendere l'amico giornalista Raffaele Criscuolo, 28 anni, deriso, secondo la sua versione, da un gruppetto di turisti campani. La scintilla sarebbe scoppiata per una frase, «tagliati i capelli, ricc*****», che il cronista di Boscotrecase avrebbe rivolto al giovane che lo avrebbe spintonato mentre si stava recando a comprare le sigarette. Di lì sarebbe nata una colluttazione, in cui Criscuolo è rimasto ferito a un gluteo, reciso con un fendente.
La follia omicida
Il gruppetto di aggressori se ne va, la storia sarebbe potuta finire lì. Invece il cronista napoletano torna al bar dove sono seduti i suoi amici. «Mi so fatt vattr ra nu muccus». Tradotto: mi sono fatto picchiare da un bambino. Un ferita all'orgoglio che fa più male di quella che ha sulla sua pelle. La violenza deve essere punita. Tra coloro che sono attorno al tavolo, si alza Francesco Augeri, 23 anni, figlio di un noto medico di Cosenza e sfegatato tifoso rossublù. I due si incamminano, forse incappucciati diranno le indagini, in cerca degli aggressori.
Percorrono 300, 400 metri e li trovano, all'altezza della piazzetta intitolata a Padre Pio. È un attimo, gli sguardi si incrociano, volano parole grosse e spintoni. E di nuovo spunta fuori il coltello. Francesco Augieri viene colpito al collo e all'addome.
La morte di Francesco Augieri
Mentre gli altri protagonisti della vicenda si dileguano, l'amico, disperato, chiama i soccorsi. I sanitari a bordo dell'ambulanza fanno un primo tentativo di salvarlo trasportandolo prima all'ospedale di Cetraro, poi all'ospedale Annunziata di Cosenza. Ma è passata più di un'ora da quando il 23enne è stato caricato sulla barella e si spegne per un'emorragia prima di varcare la soglia del nosocomio bruzio.