Sono tutti togati di esperienza che conoscono bene il fenomeno mafioso. Spicca la presenza di Rosa Volpe e Luca Tescaroli. Ecco chi sono i candidati per la procura del capoluogo di regione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Tutti i magistrati che ambiscono a sostituire Gratteri a Catanzaro. Ma uno rischia l’esclusione
Parte la corsa al successore di Nicola Gratteri alla guida della procura di Catanzaro, dopo il passaggio del magistrato di Gerace alla Dda di Napoli. L’elenco comprende nove magistrati, alcuni dei quali già in servizio nel Distretto giudiziario di Catanzaro. Ecco i profili dei candidati alla carica di procuratore capo di Catanzaro.
Partiamo quindi dal procuratore capo di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, di area moderata, che in passato ha ricoperto le funzioni dì sostituto procuratore generale di Catanzaro e di pm antimafia, in uno dei periodi più delicati per la procura di Catanzaro.
Nella lista c’è anche il magistrato Alberto Liguori, originario di San Demetrio Corone, già presidente del tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, nonché componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura. Oggi occupa ancora l’incarico di procuratore capo di Terni, dopo il recente annullamento della delibera di non conferma stabilita nei mesi scorsi dal Csm, al quale aveva dato ragione solo il Tar del Lazio. Questo provvedimento sarà trattato nel merito dal massimo organo della giustizia amministrativa nelle prossime settimane. Liguori, secondo quanto risulta al nostro network, avrebbe presentato domanda anche per la procura di Cosenza.
C’è anche Gerardo Dominijanni, attuale Procuratore generale di Reggio Calabria, già sostituto alla Procura di Catanzaro, tra i candidati che ambiscono a continuare il lavoro investigativo tracciato da Nicola Gratteri. Dominijanni è stato nominato dal Csm nel settembre del 2021 e le norme, in relazione agli incarichi di Palazzo dei Marescialli, prevedono che ogni candidato debba rimanere per almeno quattro anni nella sede in cui ha presentato precedentemente domanda. In tal senso, la quinta commissione, nel valutare i requisiti di ogni magistrato che ha presentato domanda per la procura di Catanzaro, assumerà le decisioni del caso. L’esclusione pertanto è molto probabile.
Scorrendo l’elenco troviamo il procuratore aggiunto di Napoli Rosa Volpe, oggi numero due della procura partenopea coordinata da Gratteri. Lo scorso mese di settembre, il Plenum del Csm, aveva espressamente votato a maggioranza per il togato reggino, ma dietro di lui si era posizionato proprio Rosa Volpe, sostenuta all’epoca soprattutto da AreaDg. Il periodo in cui ha svolto il ruolo di procuratore facente funzioni della procura più grande d’Italia, giocherà un ruolo chiave nella comparazione dei titoli. Che sia arrivata la volta buona che una donna guidi per la prima volta un ufficio inquirente di primo grado in Calabria? Staremo a vedere.
Si passa poi a Vincenzo Capomolla, oggi procuratore facente funzioni di Catanzaro. Magistrato di esperienza, ha preso le redini di Gratteri, coordinando quindi i tanti giovani magistrati che ogni giorno lavorano per combattere tutte le tipologie di reato, da quelli competenti della. Procura ordinaria fino a quelli di natura distrettuale. Capomolla sarebbe il segno della continuità, visto che conosce a menadito il funzionamento della procura che ha contribuito a far crescere sotto tutti i punti di vista. Capomolla già in passato aveva presentato domanda per altre procure distrettuali, ma il Csm aveva preferito altri candidati.
Ed ecco, Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, titolare dell’importante inchiesta antimafia ‘Ndrangheta stragista, dove sono stati condannati sia in primo che in secondo grado Rocco Filippone e Giuseppe Graviano, storico boss di Cosa Nostra, tra i mafiosi più vicini ai defunti Matteo Messina Denaro, a Bernardo Provenzano e Totò Riina. Di Lombardo si conosce il suo lungo impegno nel contrasto del fenomeno mafioso, essendo pm antimafia da tanti anni. Potrebbe fare quindi lo stesso percorso intrapreso nel 2016 da Gratteri, visto che prima di diventare procuratore capo di Catanzaro, era procuratore aggiunto di Reggio Calabria.
L’altro magistrato cosentino che ha presentato domanda per la Dda di Catanzaro è Domenico Fiordalisi, già aspirante procuratore capo di Paola e aspirante presidente del tribunale di Cosenza. Nel curriculum di Fiordalisi, oltre a un passaggio lavorativo in procura a Cosenza, ci sono due incarichi direttivi, mentre oggi è consigliere in Corte di Cassazione, avendo redatto, tra le altre cose, la sentenza di conferma del “carcere duro” per l’anarchico Alfredo Cospito. Fiordalisi dunque spera in un ritorno nella sua terra d’origine.
Infine, chiudiamo con Luca Tescaroli, procuratore aggiunto di Firenze, e Antonio D’Amato, procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere. Nel primo caso si tratta di un magistrato che indaga ancora oggi sulle stragi commesse da Cosa Nostra nella città toscana, nel 1993 e 1994. Di recente è stato confermato nelle funzioni del ruolo che occupa attualmente, con il voto contrario però di Felice Giuffrè, Isabella Bertolini e Rosanna Natoli, eletti in quota Fratelli d’Italia, e di Claudia Eccher, avvocata penalista e legale di Matteo Salvini, in quota Lega. Tescaroli, inoltre, si è interessato anche alla chiusura del programma “Non è l’Arena” su La7, condotto da Massimo Giletti, del quale hanno acquisito le chat con il giornalista cosentino Paolo Orofino, firma del Quotidiano del Sud, in relazione alle vicende che hanno interessato anche Salvatore Baiardo.
L’altro candidato è Antonio D’Amato che da alcuni mesi lavora a stretto contatto con il procura capo Pierpaolo Bruni, magistrato alla guida della procura di Santa Maria Capua Vetere, ma originario com’è noto di Crotone. Pochi giorni fa entrambi i magistrati hanno illustrato in conferenza stampa le ragioni che hanno portato al maxi sequestro di beni di uno dei boss dei Casalesi, il killer Giuseppe Setola, “pentitosi di essersi pentito”, al quale sono stati sottratti diversi beni di valore. Antonio D’Amato fino a qualche mese fa era il presidente della quinta commissione del Csm, la stessa che ora dovrà valutare anche la sua candidatura per la procura di Catanzaro. Parliamo anche in questo caso di un magistrato di esperienza.
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