Le bare bianche non dovrebbero esistere, per quanto è inconcepibile la morte di un bambino. E l’incredulità, oltre a un dolore sordo e silenzioso, era il sentimento dominante questo pomeriggio, a Vibo, nel duomo di San Leoluca, dove un’intera città si è stretta intorno alla famiglia di Gabriella Fusca, morta a soli 12 anni per una leucemia fulminante che in un meno di una settimana se l’è portata via.

 

Aveva genitori noti Gabriella, stimati e conosciuti nel capoluogo vibonese. Ma non è stato questo il motivo principale che ha riempito sino al massimo della sua capienza la grande chiesa. Piuttosto il fatto che fosse solo una bambina di 12 anni, che - come ha ricordato il parroco nell’omelia, con commozione a stento trattenuta - si definiva la “più bella del mondo”.

 

 

Tutta quella gente, ammutolita e attonita, era lì soprattutto per lei, per la bambina più bella del mondo, bella come tutti i bambini del mondo. Ma erano lì anche per cercare un “perché” impossibile da trovare altrove, che forse soltanto il richiamo a vie misteriose e infinite può in qualche modo rendere plausibile. Per tutti gli altri, per quelli che non hanno una fede così solida nella quale rifugiarsi, non c’è alcuna considerazione che possa dare sollievo. Semplicemente perché le bare bianche non dovrebbero esistere.

 

Al di là dei genitori e dei familiari di Gabriella, ovviamente annichiliti da questo assurdo tiro di dadi del destino, i più colpiti da questa tragedia sono stati proprio i bambini, i suoi coetanei, i suoi compagni di scuola. A centinaia hanno partecipato alla cerimonia in chiesa, ma già da giorni si scambiano sui cellulari le foto della loro amica con infantili messaggi di incoraggiamento, che nelle ultime 48 ore sono stati sostituiti purtroppo da faccine che piangono e immagini di fiori.

  

La maggioranza di questi bambini si sono confrontati forse per la prima volta con un evento tanto devastante e definitivo, e molti di loro da giorni non pensano ad altro, incapaci di prendere sonno. Oggi, in chiesa, guardando quel feretro assurdamente piccolo e circondato da un mare di fiori, avranno pensato la stessa cosa: le bare bianche non dovrebbero esistere.

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il servizio video di Cristina Iannuzzi: