È tutt’altro che arginato il fenomeno delle frodi comunitarie, di recente finite nuovamente al centro delle attività d’indagine della Procura della Corte dei Conti che ha contestato all’attuale dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e a due ex dg un danno erariale per oltre otto milioni di euro.

Danno erariale alla Regione

In questo caso, la responsabilità – secondo i magistrati contabili – sarebbe da ascrivere al mancato recupero di somme indebitamente percepite da un buon numero di persone e associazioni di produttori ortofrutticoli per la campagna agrumaria 2003/2004. I funzionari regionali non sarebbero stati sufficientemente solleciti, emettendo ingiunzioni di pagamento quando i termini si erano già prescritti.

Illeciti seriali

I fatti risalgono a diversi anni fa ma il vizietto di drenare fondi comunitari impiegando mezzi irregolari è ancora assai invalso in Calabria. Di «fattispecie seriali», ad esempio, parla il procuratore regionale della Corte dei Conti con dati alla mano: le principali citazioni a giudizio depositate nel 2022 ed esposte nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2023.

Le truffe

Diverse le ipotesi di danno contestate per risorse intercettate sui programmi comunitari nel settore dell’agricoltura e della pesca per svariati milioni di euro. Così come svariati sono gli espedienti congegnati per tentare di aggirare i controlli e ottenere i pagamenti pur in assenza di requisiti.

Contratti falsi

In un caso, cristallizzato in un risarcimento del danno di oltre un milione di euro, diversi sedicenti beneficiari hanno prodotto false dichiarazioni che attestavano la disponibilità di terreni e assicurarsi così contributi per centinaia di migliaia di euro. Contratti rivelatisi poi falsi attraverso l’incrocio dei dati con l’Agenzia delle Entrate. Per la Procura della Corte dei Conti è questo un fenomeno assai diffuso.

Lavori mai eseguiti

Vi è poi chi ha partecipato a bandi senza possedere i requisiti o fingendo di aver eseguito lavori, nei fatti mai realizzati. Dal Fears – il fondo per lo sviluppo rurale – drenati oltre 100mila euro come premio di primo insediamento, una misura rivolta ai giovani, ma l’intervento è poi risultato inesistente. Altri 30mila euro di finanziamenti per l’agricoltura ottenuti ma con contratti di fondi rustici mai prodotti all’Agenzia delle Entrate.

Agricoltori in carcere

Nel capitolo kafkiano, invece, protagonisti sono detenuti o soggetti sottoposti ad arresti domiciliari. Dal carcere o ristretti in casa sarebbero ugualmente riusciti a procurarsi i contributi pubblici per il sostegno all’agricoltura «pur essendo impossibilitati a svolgere qualsivoglia attività agricola in senso stretto o imprenditoriale».

Il libretto contraffatto

E neppure il settore della pesca è rimasto indenne. Quarantamila euro sono stati contestati ad un soggetto che aveva ottenuto il contributo economico per la gestione della flotta ma producendo dichiarazioni sostitutive di un atto notorio falso e il libretto di navigazione contraffatto. E poi ancora fondi erogati per l’acquisto di imbarcazioni da diporto ma senza requisiti. In questo caso le attività d’indagine sono state svolte con l’ausilio della Procura Europea.

Reiterata distrazione di fondi

Almeno tre le contestazioni per un danno erariale quantificato in oltre 300mila euro e un fenomeno che la Corte dei Conti definisce seriale. «Un settore caratterizzato dalla reiterata distrazioni di fondi unionali e sul quale si è indirizzata l’attenzione dell’Ufficio che ha già preso in esame svariate altre fattispecie di finanziamento riscontrando una serialità nell’illecito».