Una classe 1926, l’altra classe 1946. Sono loro le due vittime delle presunte truffe messe in atto dal giovane direttore della Poste di Decollatura Riccardo Cristiano arrestato oggi in un’operazione congiunta eseguita da Guardia di Finanza e Polizia di Stato su disposizione della Procura di Lamezia Terme. Nelle carte dell’inchiesta sono riassunti tutti i passaggi che hanno portato a ricostruire quella sequenza di firme, prelievi e trasferimenti che avrebbero portato l’uomo, un lametino residente a Cleto, ad appropriarsi indebitamente di circa 132 mila euro. A fare scattare le indagini sarebbe stata una prima denuncia fatta a luglio 2018. Cristiano avrebbe convinto la donna al rimborso di alcuni buoni dematerializzati andando poi a trasferire la liquidità così acquisita su una postepay in cui nel tempo con prelievi da mille a tre mila euro si sarebbe appropriato della somma. Una postepay che però la donna ha dichiarato di non avere mai richiesto e per la quale non ha riconosciuto la sua firma in quella apposte per il rilascio della carta.

La ricostruzione della vicenda

Carta che, ha sottolineato agli inquirenti, non sarebbe stata nemmeno in grado di usare. Ad accorgersi di quanto stava accadendo la figlia della donna che, insospettita dall’esistenza di un carta ricaricabile di cui non era a conoscenza, ne ha verificato i movimenti, ritrovandosi davanti ad un lento e costante svuotamento della stessa. Nonostante Cristiano abbia dichiarato agli investigatori che in una circostanza la donna si sarebbe recata in ufficio proprio per prelevare dalla postepay e chiedere assistenza, le analisi delle telecamere di videosorveglianza non avrebbero individuato la presenza dell’anziana nell’ufficio.

 

Tra l’altro, la presunta vittima, con gravi deficit di deambulazione, non poteva uscire di casa da sola tanto. La lettura poi del “Giornale di Fondo” avrebbe permesso agli investigatori di individuare l’operatore dietro le operazioni riguardanti i risparmi della signora. A manovrarle sarebbe stato proprio il direttore Riccardo Cristiano.

La posizione di un dipendente delle Poste

Archiviata la posizione di un suo dipendente ( in un primo tempo indagato) del quale la donna aveva fiducia incondizionata e il cui codice identificativo sarebbe dietro ad alcune operazioni. Operazioni che sarebbero però state eseguite dallo stesso Cristiano ma dal suo pc. Una volta saputo della denuncia, Cristiano avrebbe cercato di mettersi in contatto con la famiglia della donna, sia tramite whatsapp che tramite il dipendente, allo scopo di restituire le somme e fare ritirare la denuncia. Le intercettazioni raccolte poi tra alcuni dipendenti raccontano di presunti raggiri operati con modalità simili da Cristiano in altri uffici postali in cui aveva operato.

La seconda vittima

Dichiarazioni prese molto seriamente dagli investigatori che vogliono ora capire se veramente ci siano stati altri casi di truffe messe a tacere. Nel caso della seconda vittima sarebbero state, invece, riscattate due polizze e i proventi versati sul suo conto corrente. Un conto corrente dal quale, secondo la Procura, Cristiano avrebbe attinto più di 80 mila euro con prelievi corposi mentre la donna, ha raccontato agli inquirenti, di non avere mai prelevato più di duecento euro. Anche in questo caso le operazioni sarebbero state effettuate con la password personale di Cristiano. Movimenti anomali di cui in tanti sapevano tanto che nelle intercettazioni Cristiano viene definita una “scheggia impazzita”.

 

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