Sette persone ai domiciliari, una all’obbligo di firma e tre invece sono state interdette temporaneamente dal pubblico ufficio. È l’esito dell’operazione portata a termine questa mattina nella provincia di Crotone dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico e coordinata dalla procura di Catanzaro.

I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche, per delitti di falso e accesso abusivo ai sistemi informatici della Regione Calabria.

Sequestrata una società

Il decreto di sequestro di circa 600mila euro è stato adottato nei confronti di una società di Cirò Marina attiva nella distribuzione di carburanti e la sospensione della relativa autorizzazione.

Le misure cautelari

Ai domiciliari sono finiti Roberto De Fazio, Alessandro Bianco, Francesco Ranieri, Saverio Flotta, Mariantonia Capasso, Graziano Vulcano e Antonio De Meco. Per Giuseppe Giancotti, invece, è stato disposto l’obbligo di firma. Sono stati interdetti dal pubblico ufficio, infine Cesario Ottone, (6 mesi), Angelo Lonetti e Natale Pacenza (3 mesi).

L’ipotesi è che i membri di un’organizzazione operante nella provincia di Crotone  -  attraverso la fattiva collaborazione di 3 funzionari regionali -   attestando con false dichiarazioni il possesso dei previsti requisiti di legge (quali la disponibilità di aree agricole, in alcuni casi di proprietà del demanio dello Stato e marittimo, ed il possesso di mezzi d’opera per la lavorazione e coltivazione delle stesse), abbiano ottenuto indebite percezioni di carburante agricolo a prezzo agevolato, gravato da accisa ridotta, che è stato successivamente immesso sul mercato nero a prezzo chiaramente concorrenziale (circa la metà del prezzo standard), per scopi diversi dall’utilizzo in agricoltura, in particolare per essere utilizzato per i motori “da strada”. Il procedimento pende attualmente nella fase delle indagini preliminari.

Gli indagati

Sono in particolare 21 gli indagati coinvolti nella odierna inchiesta. La principale accusa è quella di aver commesso truffe aggravate dalle modalità mafiose per ottenere erogazioni pubbliche attraverso l’accesso abusivo ad un sistema informatico.

Roberto De Fazio è ritenuto dagli inquirenti promotore e organizzatore dell’associazione a delinquere poiché avrebbe effettuato accessi abusivi al sistema informatico Sian (Sistema informativo agricolo nazionale) con le proprie credenziali senza esser mai stato abilitato all’utilizzo. Attraverso questo sistema avrebbe gestito pratiche per l’erogazione di carburante in forma agevolata. Lo stesso sistema avrebbero utilizzato anche Francesco Ranieri e Alessandro Bianco, in particolare, questo ultimo avrebbe consentito l’accesso al sistema informatico anche ad altre persone per ottenere erogazioni di carburante per la propria azienda agricola.

Coinvolti cinque funzionari regionali

Tra gli odierni indagati figura anche un responsabile della Regione Calabria Angelo Lonetti, anche lui accusato di aver fatto abusivamente accesso al sistema informatico e rilasciato assegnazioni di carburante ad alcune aziende agricole. Coinvolti anche altri dipendenti della Regione Calabria: Ottone Cesario, Marcello Paolo Scornaienchi, Natale Pacenza e Pasquale Megna.

Tutti i nomi

  1. Roberto De Fazio
  2. Alessandro Bianco
  3. Francesco Ranieri
  4. Saverio Flotta
  5. Mariantonia Capasso
  6. Francesco Cilidonio
  7. Michele Arena
  8. Graziano Vulcano
  9. Fabio Graziano
  10. Antonio De Meco
  11. Francesco Bevilacqua
  12. Angelo Lonetti
  13. Ottone Cesario
  14. Marcello Paolo Scornaienchi
  15. Salvatore Scordamaglia
  16. Natale Pacenza
  17. Giuseppe Giancotti
  18. Luigi Giancotti
  19. Caterina Mele
  20. Silvestro Cerrelli
  21. Pasquale Megna