Domani l'udienza davanti al gip di Catanzaro. L'inchiesta della Procura aveva svelato l'esistenza di un'autoproclamata repubblica
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La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 23 persone coinvolte nell'inchiesta sulla presunta truffa dello "Stato teocratico antartico di San Giorgio". L'udienza preliminare davanti al gip Gabriella Pede è fissata per domani.
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La fissazione arriva a valle dell'inchiesta "L'isola che non c'è". Secondo l'accusa, un gruppo di soggetti si sono auto-proclamati cittadini e governanti di un sedicente "Stato Teocratico Antartico di San Giorgio" e, in tale veste, hanno effettuato una massiva campagna di proselitismo nei confronti di un numero notevole di persone che hanno aderito a tale progetto, pagando un corrispettivo per l'acquisto della cittadinanza e di alcuni documenti connessi allo status di cittadino sangiorgese.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, concorso esterno in associazione per delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l'espatrio, riciclaggio, tentata estorsione, esercizio abusivo di una professione, favoreggiamento, falso. L'avviso di conclusione indagini - firmato dal sostituto procuratore Saverio Sapia, dall'aggiunto Giulia Pantano e dal procuratore Nicola Gratteri - era stato notificato a 26 persone. Tre di queste, però, hanno scelto di patteggiare.