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È stata ribattezzata "Ghost workers" l’operazione che ha consentito di svelare una truffa perpetrata ai danni dell’Inps. L’indagine della Guardia di finanza di Treviglio, in particolare, ha permesso di individuare una società che pur avendo alle dipendenze numerosi lavoratori, tutti residenti in Calabria, non ha mai operato in alcun cantiere, né ha mai disposto di conti correnti, automezzi e attrezzature varie, né è risultata intestataria di alcuna utenza.
La stessa, mediante comunicazioni inviate all’Inps, aveva prima proceduto ad assunzioni fittizie e poi, trascorso il periodo minimo di impiego necessario ad avanzare richiesta di indennità di disoccupazione, a licenziare gli operai.
Le indagini, svolte in collaborazione con personale ispettivo dell’Inps di Bergamo, hanno dunque consentito di denunciare 20 persone e sequestrare beni per circa 130 mila euro per l’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato «per il conseguimento di erogazioni pubbliche», accusa formulata anche per il legale rappresentante della società e il fratello, entrambi della provincia di Reggio Calabria, ritenuti responsabili anche di utilizzo ed emissione di fatture false.