Anche febbraio sta volgendo al termine, ma sul lungomare di Tropea tutto tace. I lavori di ripristino della passeggiata distrutta dalla terribile mareggiata del 7 gennaio 2017 non hanno ancora preso il via, nonostante siano passati più di due anni da allora.


Dopo un interminabile iter burocratico accavallatosi tra due amministrazioni e un commissariamento nel corso di venticinque mesi, la situazione sembrava essere giunta a un punto di svolta. Il sindaco Macrì, infatti, nelle scorse settimane aveva annunciato l’avvio dei lavori dopo le festività natalizie, subordinato, però, alle condizioni atmosferiche.


Le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare la ditta aggiudicataria dell’appalto sarebbero state infatti notevoli per via delle risicate dimensioni dell’arenile e dell’impossibilità di utilizzare mezzi meccanici su un terreno ridotto all’osso dall’erosione costiera. La decisione era stata quindi di attendere tempi migliori per permettere a ruspe e camion di poter accedere agevolmente alla zona.


E i tempi migliori erano anche arrivati: la scorsa settimana il mare si è presentato piatto come una tavola fino a venerdì, per poi lasciare il posto a una perturbazione che oggi è già un lontano ricordo. Già da ieri, infatti, il mare sta tornando a essere calmo e le piogge sembrano solo una remota minaccia.


Eppure su quella spiaggia è tutto ancora immobile, i resti della devastazione sono ancora lì. Intorno a essi solo qualche gabbiano e detriti portati dal mare. Nessuna pala meccanica, nessuna ruspa o operaio si sta muovendo per riportare quella parte della città allo status quo, una condizione che permetterebbe ai gestori degli stabilimenti balneari che vi sorgevano di rimettersi in marcia dopo due anni tragici e alla città di presentarsi alla nuova stagione con un problema in meno.


Con un post su Facebook nei giorni scorsi, Macrì non ha nascosto la preoccupazione per una situazione per la quale a breve dovrà «necessariamente assumere delle determinazioni forti e per nulla facili». Il rischio è la revoca dell’appalto alla ditta per inadempienze e il conseguente dilungarsi burocratico della vicenda con uno slittamento che prospetterebbe un’altra stagione gettata letteralmente a mare per quella parte della città. Un'eventualità che la capitale del turismo calabrese non può assolutamente permettersi.